tag:blogger.com,1999:blog-24878829597069515912024-02-20T11:02:56.696-08:00Oltre il passaggioMatteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.comBlogger28125tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-53608178856154153512012-08-06T11:20:00.001-07:002012-08-06T11:20:07.007-07:00La fica CiusaAnni fa, con l'amico Nene, visitai la mostra dello scultore sardo Francesco Ciusa (morto a Cagliari nel '49), allestita al pianoterra di un palazzo lungo le Zattere, a Venezia.<br />
<br />
Pagammo l'entrata. Alla reception una donna e una ragazza, con uno spiccato accento sardo.<br />
<br />
Prima di allora non conoscevo l'opera di Ciusa e fu una gran bella scoperta.<br />
I suoi lavori sono un'alchimia di membra figurative amalgamate a forme che ricordano pance di otri e linee design. Fuochi d'artificio per il cervello.<br />
<br />
Fra i tanti pezzi in mostra, uno su tutti mi colpì. Era la "Dolorante anima sarda" 1911, gesso. Una donna seduta, col busto ritto e il viso rivolto in alto; fra le ginocchia teneva stretto il suo bambino. Gli occhi buttavano un rancore sconfinato, tanto grande da sfigurarla, da cancellare lo sguardo.<br />
Scagliava contro il cielo un'ira inconsolabile. Era livore riservato a Dio, secondo lei unico colpevole della morte del marito pastore. Lutto che l'aveva lasciata sola, in balia del destino, con un marmocchio da crescere adulto.<br />
Ciusa si ispirò a un ricordo di gioventù per modellare le forme della Dolorante anima sarda.<br />
<br />
Mi accorsi che quell'astio nascondeva altro.<br />
Qualcosa di profondo, che apparteneva alla materia stessa più che alla raffigurazione di un viso disperato, si dimenava feroce al suo interno.<br />
<br />
La scultura non aveva le braccia.<br />
Cercai di capire perché.<br />
Lessi il trafiletto a fianco.<br />
Le braccia erano state mozzate volontariamente dall'artista perché "facevano le fiche" e, dovendo partecipare a una biennale veneziana, il gesto era stato reputato troppo blasfemo.<br />
<br />
Per quanto malizioso sia il mio ragionare, allora non riuscivo proprio a leggere "fighe". Mi ostinavo a interpretare la parola come "fish", trovando "fiche" troppo volgare e troppo assurda la sua presenza in una mostra raffinata. Non convinto delle mie intuizioni, mi recai alla reception per chiedere informazioni alle tipe. Con un certo imbarazzo.<br />
<br />
"Ciao, avrei una cosa da chiedere. Una curiosità. Che vuol dire "fare le fiche"? No perché c'è una scultura di là, senza braccia, che in origine facevano le fiche. Sono in difficoltà, vorrei venire a capo del mistero".<br />
<br />
La ragazza mi guardò arrossendo.<br />
La donna sorrise, poi mi rispose.<br />
"Non prenderci in giro. Si capisce lontano un chilometro che sei più sardo di noi. Sai benissimo cosa vuol dire fare le fiche".<br />
<br />
"Non fatevi ingannare dal mio aspetto. Anche se piccolo e scuro, e con un cognome sardissimo, sfortunatamente non lo sono".<br />
La donna era titubante.<br />
Mostrai la carta d'identità.<br />
A quel punto si convinse.<br />
<br />
Mi spiegò che "fare le fiche è un tipico gestaccio sardo, l'equivalente del più comune dito medio alzato.<br />
Mani strette a pugno, il pollice infilato fra indice e medio. La punta del dito opponibile vien fuori dalle altre due come una linguaccia".<br />
"La scultura -continuò la donna- in origine, aveva le braccia incrociate, alzate e rivolte verso dio, con le mani che facevano, appunto, le fiche".<br />
<br />
Mistero svelato.<br />
<br />
<br />
Mi consegnò una cartolina raffigurante l'opera prima della censura. <br />
"Un regalo".<br />
Ringraziai e tornai nella stanza delle sculture.<br />
Mi avvicinai alla Dolorante anima sarda.<br />
<br />
Confrontai la cartolina con il pezzo reale.<br />
Seppur doloroso e piegato dalla mestizia, lo sguardo cartaceo era meno furioso di quello della scultura in gesso.
<br />
Levare le braccia era stato come tarpare le ali a un uccello. Aveva perso quel tocco scandaloso necessario affinché qualcosa perda la sua valenza di semplice oggetto e diventi opera d'arte.<br />
Eppure, incredibilmente, lo sguardo era diventato assassino e il suo astio verso Dio risultava accresciuto, centuplicato.<br />
<br />
<br />
Uscii dalla mostra.<br />
La tipa più anziana, prima che me ne andassi, aggiunse:<br />
"Fu la moglie di Ciusa a convincere l'artista che amputare la Dolorante anima sarda era la scelta migliore".<br />
<br />
<br />
"Le donne, fra loro, riescono ad odiarsi molto di più che fra maschio e femmina. E non si perdonano nulla. Possono dimenticarsene, lasciar perdere, preferire non badare all'offesa. Ma non si perdonano. Se fosse stato un amico a convincere Francesco a tagliar le braccia alla scultura, forse adesso avrebbe un sguardo rassegnato.<br />
I maschi riescono a farsi perdonare dalle femmine quasi tutto (escluse azioni gravi), però, per riuscirci, bisogna essere di maschi un pò ruffiani e un pò figli di puttana". Pensai.<br />
<br />
Alla fine, il genio di Ciusa ha avuto la meglio. Ed è questo che conta.Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-23188988138601866072012-08-01T08:44:00.003-07:002012-08-01T08:44:27.509-07:00una chiacchierata fra amici<b>Estratto di un botta e risposta virtuale (commenti da bacheca) con un amico reale. </b><b>Aleksander Veliscek è Aleg, uno dei protagonisti del racconto regalo "Dramma nella notte degli insetti", racconto che potete trovare clikkando <a href="http://www.matteocorona.com/racconto_regalo/raccontoregalo.html">QUI</a>.</b><br />
<b>Aleksander è un artista e, se la fortuna sarà dalla sua parte, sentiremo parlare di lui.</b><br />
<b><br /></b><br />
<b>Aleksander Veliscek</b> Come ti sei trovato col racconto autobiografico rispetto alla pura invenzione?<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 0.75pt; vertical-align: top;">
<br /><br />
<b>Matteo Corona</b> Scrivere di cose accadute non è come inventare trame. La seconda è usare ricordi ed esperienze personali come pezzi di lego per comporre qualcosa di nuovo. La prima è invece una specie di ipnosi, esasperata e\o glorificata.<br /><br /><br /><b>Aleksander Veliscek</b> Quella serata (quella del racconto) meritava di essere scritta anche per la sua "assurdità", non solo come ricordo dei bei tempi trascorsi fra amici, a Venezia. Non credi?<br /><br /><br />
<b>Matteo Corona </b>I tempi di Venezia li ricordo con rimpianti. Eravamo giovani, che è una condizione eccellente per essere liberi. Invece mi imprigionavo volontariamente dentro gabbie mentali che mi impedivano di dare di più. Tornando indietro, non rifarei molte cose, ma certamente seguirei Vido nella sua disavventura, com'è accaduto!<br /><br /><br /><b>Aleksander Veliscek </b>Non è che avevamo una scelta per gli amici si fa questo e tanto altro ..Vido ne sono convinto al posto nostro l'avrebbe fatto di sicuro..interessante il discorso delle gabbie invisibili ma non ho capito cosa faresti oggi diversamente?<br /><br /><br /><b>Matteo Corona </b>Mi farei meno paranoie da "senso del dovere". Passavo serate tristissime con una ragazza che non mi amava. Bastava uscire e raggiungevi in campo per ritrovare la vita. E avrei avuto molti più ricordi belli, ora. Il senso del dovere è una sostanza che gli esseri umani producono geneticamente, velenoso come i gas delle auto. Con gli anni scopri che non c'è nessun senso del dovere, solo rispetto e "senso del piacere". Purtroppo gli ostacoli che ci impediscono di rincorrerre i nostri sogni si presentano di continuo e, a volte, sono insormontabili.<br /><br /><br /><b>Aleksander Veliscek</b> Tipo in stile Hemingway vivo la vita al massimo e la racconto..però probabilmente Shakespeare non ha mai viaggiato eppure riesco ad immedesimarmi nei contesti che descrive...<br /><br /><br /><b>Matteo Corona</b> Mi lusinga ciò che intendi ma paragonarmi a Hemingway o Shakespeare è come mettere al confronto un carrello della spesa e una Ferrari.<br />
Che sia inventato o accaduto, ogni creazione della mente si slaccia da ciò che è considerato reale: vive in una dimensione a parte.<br />
Spendo il tempo da solo per trovare qualcosa che accomuna tutti. <br />Il linguaggio delle emozioni appartiene a ognuno di noi, ma è difficile da imparare e lo si studia con la solitudine.<br />L’ amicizia è qualcosa che ogni essere umano conosce. <br />É un filo virtuale fra due persone che fanno assieme qualcosa nella realtà. <br />Per quanto riguarda i ricordi, ricordo (appunto) una bellissima frase. Purtroppo ho dimenticato l’autore.<br />"Solo il primo ricordo è bello. Perchè ricorda l'evento reale. Gli altri (dello stesso evento), sono tristi, perchè sono solo il ricordo di un ricordo".<br />Mi vengono in mente i colori dei tubetti per la pittura: più ne mischi e più tendono a perdere brillantezza, a diventare grigi. Mentre i colori della luce, più li sommi, e più diventano luminosi, tendono al bianco, al massimo della luminosità.<br />L'essere umano è una creatura che somma cose: esperienze, ricordi, azioni, anni. Arricchimenti personali che allo stesso tempo lo invecchiano e appesantiscono. La vita tira verso il basso, verso il buio.<br />Spero sia come il flettersi prima di spiccare un grande salto verso l'alto. chissà!<br /><br /><br /><b>Aleksander Veliscek</b> Durante il racconto ti piace anche perderti nella descrizione della città. Per me venezia è soprattutto "immagine": luce-colore-forme. Credo sia difficile trovare le parole giuste per raccontarla.<br /><br /><br /><b>Matteo Corona</b> Scolpire è più facile che dipingere. Questo perchè quando scolpisci crei un oggetto tridimensionale immaginando o copiando una cosa tridimensionale. La trasposizione è diretta, come dall'italiano all'italiano. Quando invece dipingi, sei costretto a tradurre una forma tridimensionale in un supporto bidimensionale (la tela, un foglio). E’ la trasposizione fra due dimensioni diverse che rende difficile l’operazione.<br />Trovarsi a tradurre entità senza dimensione come i ricordi in particelle delicate e dalle combinazioni infinite come le parole, è per me molto difficile. Purtroppo non si hanno riferimenti per capire si sta facendo bene o no. <br />Un ritratto che non assomiglia al soggetto è facile da vedere. <br />Nel dubbio, meglio tenersi stretti di manica, essere molto critici verso se stessi. A volte si perdono belle idee per eccesso di durezza, ma meglio perdere una frase bella che metterne molte di brutte.<br /><br /><br /><b>Aleksander Veliscek</b> Confermo l'autocritica. Per quello molti artisti vanno in giro con quelle facce tristi... pensi di scrivere altri nuovi racconti sulla tua esperienza a Venezia o si conclude con la storia del insetto ?<br /><br /><br /><b>Matteo Corona</b> Verranno altri racconti veneziani perchè mi sono divertito a scrivere questo!<br /><br /><br /><b>Aleksander Veliscek</b> Gazie Teo.<br /><br /><br />
<b>Matteo Corona</b> Grazie a te Aleg per la piacevole intervista improvvisata.</div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-79943009291793379742012-06-11T05:50:00.002-07:002012-06-11T07:31:23.476-07:00500 kg di Donne, per favore.<br />
Leggevo sul Corriere della Sera, un mese fa, che altissime percentuali di donne in italia, oltre il 30%, vengono pagate meno degli uomini, non hanno potere decisionale per gli acquisti in famiglia e non fanno spese per se stesse. La loro disoccupazione supera di molto quella maschile.<br />
<br />
Pochi giorni fa ho acceso la tv e ho visto miss Padania.<br />
Questo programma riassume come i sistemi d'"informazione" attuali stanno facendo di tutto per mostrare una donna sempre più oggetto e sempre meno essere vivente. La tv è ancora la regina delle nostre case, dal momento che condividiamo la sua compagnia fin dalla tenera età. Perciò essa è responsabile di buona parte dei nostri gusti, comportamenti ed educazione. L'immagine in movimento mescolata al suono invade il cervello in maniera estremamente impregnante.<br />
La tv, si nota, nei così detti varietà, nei vari format che la maggior parte della gente guarda, sta copiando il mondo dell'hard proponendo nuove inquadrature sempre più spinte. Sugli schermi, si insegue un ideale pornografico quando si mostra la donna.<br />
<br />
Perché?<br />
<br />
Perché il mercato dell'hard è uno dei più forti del pianeta. Non conosce crisi. Messaggi subliminali (ormai molto espliciti) provenienti dallo schermo della regina di (quasi) ogni casa, non possono che fare "bene" a quest'industria, che fattura ogni anno miliardi di euro solo nel nostro paese. Entrare nella nostra quotidianità, ammaliarci con corpi da favola ammiccanti è il modo migliore per spingerci a sentire quel tipo di immaginario familiare, parte di noi. Cercarlo poi nelle varie forme che questo mondo assume e mette a disposizione, dai film, agli spettacoli, all'oggettistica, diviene una conseguenza quasi naturale.<br />
<br />
<br />
<br />
Scopro sulla rete un video agghiacciante: <a href="http://www.nienteansia.it/forum/sesso-e-psiche/the-shocking-truth-la-verit%C3%A0-sulla-pornografia/21208"><b>The Shocking Thruth</b></a>, girato da una regista svedese (Alexa Wolf) nel 2000. La verità non solo è scioccante ma terribile. Scopri che tutte (o quasi) le porno attrici hanno subito violenza carnale in giovane età. Non voglio fare psicologia spicciola, il dolore delle persone merita rispetto e silenzio. Ma questo dato non può che far trapelare l'inquietante sospetto che queste ragazze intraprendano carriere hard non per volontà, come credevo, ma perché, forse, il trauma della violenza le porta in qualche modo a voler rivivere quei dolorosi momenti. Per cercare di liberarsene una volta per tutte. Per capire cosa è successo loro, trovare risposte a una barbarie che non ha nessuna risposta logica. E il mondo dell'hard ne approfitta, rimpolpando le proprie fila. Nel disperato tentativo di affrontare i demoni con una terapia d'urto devastante, queste donne finiscono inevitabilmente per perdersi in un mondo che ricorda troppo da vicino le squallide figure che hanno abusato di loro. Venire a sapere quante pornoattrici (e pornoattori) si suicidano in giovane età, è un pugno nello stomaco che lascia senza parole. Non voglio fare il bacchettone, il moralista. Anche io ho guardato produzioni del genere. Eppure, da quando ho scoperto questa Shocking Thruth, non riesco a pensare alle ragazze del porno se non come vittime di qualcosa di malato. E non a professioniste che hanno deciso in libertà. Perciò non riesco più a guardare film hard.<br />
<br />
<br />
La donna diviene un oggetto.<br />
<br />
<br />
La donna nasconde le violenze che subisce nel 90% dei casi.<br />
La donna nasconde il tempo che la invecchia col lifting.<br />
In entrambi i casi è mossa dallo stesso principio: nascondere il suo passato con vergogna.<br />
<br />
Perché?<br />
<br />
<br />
Perché nascondendo le rughe come i ricordi, in realtà nasconde se stessa. Nasconde l'essere umano che è in lei, per adeguarsi a divenire ciò che vuole il mercato. Un oggetto buono a far raggranellare quattrini alle industrie.<br />
<br />
Questa brutale mercificazione non è circoscritta all'universo femminile. Ma coinvolge tutti tutti noi. L'"oggetto donna" viene venduto perché c'è domanda, perché esiste qualcuno che la "compra". Orrendamente triste, ma vero.<br />
La conclusione è che stiamo diventando tutti semplici fruitori, macchine che acquistano cose.<br />
Non importa se prede e o vittime, tutti siamo stati fagocitati dal supermercato globale che sta cancellando la nostra umanità per farci diventare consumatori.<br />
<br />
E a forza di consumare, si scava una voragine da cui è impossibile risalire.<br />
<br />
La perdita dell'identità della donna dilaga a tutte le persone del mondo.<br />
L'essere femminile, in questa silenziosa emoraggia di valori, si fa martire. E come martire diventa mito, il simbolo di un'ingiustizia che va denunciata e combattuta.<br />
<br />
<br />
<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-62328904562975497552012-06-09T04:56:00.002-07:002012-06-09T09:30:48.413-07:004.5 Richter 4:5 AM<b>Ore 3.10</b><br />
Arrivo a casa.<br />
La cosa più piatta dei piedi da hobbit che tengo è l'encefalogramma.<br />
Stanco, mangiato come un maiale, bella serata in compagnia di amici che non vedevo da tempo.<br />
La cosa peggiore per chi si vuole buttare a letto è sapere che fai troppo schifo per piazzarti sotto le lenzuola perciò fra te e il sonno c'è un noioso percorso che va dalla doccia al lavaggio denti al mettersi le mutande.<br />
Per chi ha sonno questo percorso diventa una specie di cammino Santiago de Compostela.<br />
<br />
<b>Ore 3.50</b><br />
Mi decido. Poco da tentennare. Prima inizio, prima vado a dormire. So cosa provava Messner mentre, un passo ogni quarto d'ora, mirava alla cima dell'Everest.<br />
Ciondolo uguale verso il bagno.<br />
Penso di essermi addormentato sotto l'acqua perché non ho ricordi precisi, però alla fine profumavo sapone. Il pilota automatico ha fatto il suo dovere.<br />
<br />
<b>Ore 4.05</b><br />
Sto per spiaggiarmi nella beatitudine sotto coperta. Mi sento come dentro un barattolo di marmellata. Se non dormo mi si scioglieranno gli occhi, poi colerà fuori quel che rimane del cervello.<br />
<br />
Arriva.<br />
<br />
All'inizio sembra un'auto con la marmitta che sta per staccarsi, mentre parcheggia di sotto.<br />
Poi un camion con le ruote quadrate.<br />
Poi un aereo di Aviano che viene a parcheggiarsi sulla portaerei che hanno costruito al posto del tetto dell'ex scuola di Casso. (Per sposarsi bene con il resto del paesaggio...).<br />
<br />
Infine mi rendo conto che può essere solo uno scossone. Bello forte.<br />
Durato abbastanza da convincermi ad aprire la finestra. Ho la fortuna di avere il pavimento esterno a un metro, in caso di bisogno non serve che mi diletti a imitare un Superman dei poveri. Non Volo (messaggio sibliminale). ;)<br />
<br />
Poi smette.<br />
<br />
<br />
Scompare come scompare il sonno.<br />
<br />
Maledizione!<br />
<br />
Il cane dorme pancia in su. Il sesto senso dei piccoli mammiferi dev'essere diverso da quel che ci si immagina. Forse fanno casino solo in caso di reale pericolo. Anche i gatti dormono. Dormono tutti.<br />
Che invidia.<br />
I vecchi ertani non sono usciti per strada. Forse la scossa del '63, che rulla ancora nei loro ricordi, ha scardinato anche frammenti di DNA. Si sono perciò modificati. Di questa scossetta se ne sono fatti un baffo.<br />
<br />
<br />
Il mattino seguente le redazioni dei giornali locali è si sono sparate REDBULL per endovena. Non c'è altra spiegazione al loro fervore ipereccitato.<br />
Si parla solo della scossa. La notizia è troppo inconsistente per meritare così tanto clamore. Ma alle redazioni questo non importa. Niente danni o feriti, per fortuna. La scossa è stata forte ma non così forte.<br />
<br />
Alcuni mesi fa rimasi a parlare ore con una signora che lavora in una baita isolata dal resto del mondo, in compagnia solo delle sue mucche da latte. Soffre di solitudine cronica e, moderna sirena, quando incontra una persona (che il più delle volte si reca da lei per acquistare i prodotti di latte che produce), l'arpiona e non la molla più.<br />
I capi redazione dei giornali di qui, stamane, mi hanno dato quest'impressione. Sempre lontani dal clamore, soffrono di solitudine per notizione. E così ecco che adesso ne hanno una che, pur non avendo la portata di altre più gravi, fa comunque "notizia". E non la mollano più.<br />
<br />
Io intanto ho spostato il geranio.<br />
<br />
E ho sonno.<br />
<br />
<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-82195988343798865402012-06-01T00:57:00.001-07:002012-06-04T01:59:20.423-07:00Terremoto Emilia:la gente mormora e i media taccionoRiporto la testimonianza di un'amica, Alessia, che vive a Piacenza. Mi ha scritto ieri sulla bacheca di facebook dopo averle chiesto un resoconto in diretta:<br />
<br />
<span style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; line-height: 14px; text-align: left;">"Matte, qui a Piacenza le scosse si sono avvertite tremendamente bene purtroppo. La paura è stata tanta, hanno evacuato scuole, tribunale e vari uffici del centro storico. Grossi danni per fortuna non ce ne sono stati, a parte qualche crollo di cascine o chiese in provincia. L'unica cosa grave è stato il crollo di parte di un caseificio a Castelvetro (paese qui in provincia), in cui due operai sono rimasti feriti, uno in modo grave. Cmq da queste parti non si parla altro delle trivellazioni per l'estrazione di idrocarburi come possibile causa del dissesto geologico e dei conseguenti terremoti! Tutti lo sanno, ma i media non ne parlano: è una vergogna!!! All'inizio dell'anno il Ministero e la Regione Emilia Romagna hanno dato l'ok per le perforazioni del terreno, in cui vengono pompati liquidi ad alta pressione, per l'estrazione di idrocarburi. E le zone delle perforazioni sono esattamente quelle dell'epicentro!!! (Finale Emilia, Medolla, Mirandola, ecc.) Ora mi chiedo: sono solo coincidenze??? O queste pratiche, VIETATE IN MOLTI ALTRI STATI PROPRIO PER ELEVATO RISCHIO SISMICO, possono essere la causa del dissesto geologico delle faglie??? (questo spiegherebbe anche il fenomeno della fuoriuscita di liquidi e fanghiglia dal terreno in molte zone terremotate!) Ecco il Decreto Ministeriale...se leggi alla fine c'è l'elenco dei paesi in cui si eseguono le perforazioni...ED E' UNA COINCIDENZA DAVVERO STRANA!!! (questi giacimenti per l'estrazione di idrocarburi sono per la maggior parte in pianura padana, ma anche in Abruzzo e Basilicata!)"</span><br />
<span style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; line-height: 14px; text-align: left;"><br /></span><br />
<br />
Per la prima volta vengo a conoscenza di una pratica di perforazione della crosta terrestre "fracking", che potrebbe causare rischi sismici. Ne ero all'oscuro.<br />
<a href="http://www.informarexresistere.fr/2012/05/23/emilia-romagna-il-fracking-secondo-alcuni-la-causa-scatenante-del-terremoto/#axzz1wOmfC6CN">Vuoi sapere cos'è? Clikka qui.</a><br />
Non posso dire se sia vero oppure no, però dalle testimonianze fin'ora raccolte, il tema in Emilia fa discutere.<br />
Ecco cosa scrive Rosanna. Piacentina anche lei:<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; line-height: 14px;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; line-height: 14px;">"Sono di Piacenza anch'io e confermo tutto quello che ha scritto Alessia;del fracking se ne parlava oggi a scuola con i colleghi. I pareri sono discordanti, ma io rifletto su una cosa: per anni ci hanno raccontato che la Pianura Padana, in quanto pianura alluvionale è a rischio sismico ridotto e finora in effetti grossi eventi sismici non ne abbiamo subiti. I terremoti si sono verificati spesso lungo la dorsale appenninica; le scosse che stiamo avvertendo dal 25 gennaio si sono verificate con epicentri in pianura e questa è un'anomalia che potrebbe essere spiegata proprio con altre cause come quelle riportate da Alessia. Non dimentichiamo anche che Piacenza si trova a 15 km da una centrale nucleare ( Caorso), dismessa è vero, ma con dei depositi di scorie in zona. Nessuno parla nemmeno di questo particolare, ma c'è poco da stare tranquilli".</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; line-height: 14px;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: -webkit-auto;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: -webkit-auto;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: -webkit-auto;">Ho letto molti quotidiani questi giorni, ma da nessuna parte si legge di questi timori che ha la gente. </span><br />
<span style="text-align: -webkit-auto;">Perchè?</span><br />
<span style="text-align: -webkit-auto;">Forse vale la pena analizzare anche questo aspetto, oltre che la fragilità strutturale dei capannoni.</span>
</div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: -webkit-auto;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: -webkit-auto;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: -webkit-auto;">Facebook si fa portavoce di dettagli che i quotidiani e altri mezzi d'informazione filtrano, o ignorano. Sarebbe bello raccogliere altre testimonianze delle persone che abitano le zone colpite dal sisma. E capire quanto esteso è il timore per questo tipo di interventi sul terreno.</span><br />
<span style="text-align: -webkit-auto;"><br /></span><br />
<div style="text-align: -webkit-auto;">
Se vuoi approfondire.</div>
<div style="text-align: -webkit-auto;">
<a href="http://www.tanker-enemy.com/PDF/Gas_Emilia_decreto_17_02_12_32.pdf">Decreto Estrazione Gas Emilia</a><br />
<br />
<a href="http://tg.la7.it/cronaca/video-i559682">Solo LA7 ne accenna</a><br />
<br />
<a href="http://www.satisfiction.me/il-terremoto-le-cause-sono-naturali-o-economiche/">Satisfiction se ne occupa</a></div>
<div style="text-align: -webkit-auto;">
<br />
<br />
<br />
<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/06/terremoto-emiliala-gente-mormora-e-i.html#comment-form">lascia un commento</a><br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: -webkit-auto;">
<br /></div>
</div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-26472787295625530382012-05-31T08:32:00.000-07:002012-05-31T08:38:05.588-07:00Omaggio al "Vecchio".<b>Estate 2008</b><br />
<br />
Mondadori mi contattò per realizzare la copertina di "Storia di Neve".<br />
Ci mettemmo faticosamente d'accordo sul soggetto.<br />
Doveva essere una bimba circondata da alberi artiglio e bufera di neve.<br />
Il giorno seguente queste trattative mi telefonò una loro collaboratrice e mescolò di nuovo le carte in tavola.<br />
"Dovresti provare a fare un volto". Disse.<br />
Cercai di contattare lo staff, per capire meglio.<br />
Inutile, era agosto, e tutti in ferie. Anche la ragazza della telefonata era irrintracciabile.<br />
Che fare?<br />
Decisi per il viso.<br />
Lavorai per tutto il mese.<br />
Ottenni un risultato che reputavo sufficiente.<br />
Entusiasta, consegnai il dipinto. Acrilico su tavola.<br />
La risposta raggelò.<br />
"Non è ciò che ti avevamo chiesto"<br />
Spiegai com'erano andate le cose e mi scusai.<br />
Si scusarono anche loro.<br />
Mancavano due giorni per chiudere i lavori sul libro. andava mandato in stampa. Non si accettavano ritardi.<br />
Non c'era più tempo per fare niente, solo sistemare il bozzetto degli alberi artiglio e la bambina.<br />
Lo feci con poche energie, le avevo spese nel mese di agosto lavorando a tutta birra.<br />
<br />
<br />
<b>Estate 2010</b><br />
<br />
Stavo lavorando all'embrione di quello che poi sarebbe diventato "Nelle mani dell'uomo corvo".<br />
Il vecchio, a quel tempo, mi faceva da pseudo editor.<br />
Gli sottoponevo delle pagine e lui mi dava alcune dritte.<br />
Vere e proprie lezioni di scrittura, di precisione, di sintesi.<br />
Riusciva darmi le dritte giuste senza andare ad intaccare il mio modo di comporre la storia, fin da subito lontanissimo dal suo stile.<br />
Per il tempo e le risorse che mi ha dedicato in quel periodo, decisi che meritava un omaggio.<br />
L'uomo corvo avrebbe portato come primo libro a Vanessa proprio "Storia di Neve".<br />
E così è andata.<br />
Volli prendermi una piccola "rivincita".<br />
Nell'universo immaginario di Vanessa e dell'uomo corvo, la Mondadori stampa "Storia di neve" con la copertina iniziale.<br />
Un omaggio fra le righe, che alcuni hanno notato e altri no.<br />
Ho voluto fare luce sul "mistero"!<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Fino a poco tempo fa preferivo la copertina del viso, ma i boss scelsero l'altra idea. A distanza di anni, penso abbiano fatto bene. Andrebbe solo aggiustata e arricchita. Mi piacerebbe farlo. Chissà, magari per una prossima edizione.<br />
<br />
<br />
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<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-88709803873988653462012-05-25T03:35:00.000-07:002012-05-25T17:26:19.039-07:00La morte corre lungo le strade di Erto<div style="text-align: justify;">
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">La passione brucia a velocità stellare.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Non intendo passioni riversate verso
persone desiderate, amate, ma l'urgenza irrefrenabile che spinge a rischiare
più del dovuto. Per raggiungere sogni o intraprendere attività, vitali quanto
l’aria che respiri.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Passioni così possono anche bruciare la
vita. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">A coloro che cadono inseguendo sogni va
totale rispetto, ammirazione e deferenza.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Ma se questo fuoco mettesse a rischio la
vita di chi non condivide lo stesso ardore?<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Fatalità?<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Certo.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Quella sempre.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Ma.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Venerdì scorso. Percorro con la mia Panda
il tratto che da Erto porta a Casso. Sole e cielo tutto azzurro. Infilo il
curvone prima del distributore in costruzione. Incorcio cugino: si allena
correndo a piedi. “Clacsono” per salutarlo. Alza la mano e sorride. Poco
avanti, ragazze in bicicletta. Tutti bordo strada.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Supero il bivio che porta a Casso.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Il cervello non fa in tempo a reagire. Il
cuore si ferma un secondo.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Schizza un disco nero davanti agli occhi.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Si inclina. Traballa.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Mi sfiora.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Poi esplode tuono di bomba.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">I palpiti riprendono. Respiro.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Sterzo. Rido in silenzio. Se fosse andata
male, avrei sterzato da morto.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Quel disco nero era uno dei tanti
motociclisti che cavalcano le nostre strade come circuiti di gara. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Iniziata una traiettoria da competizione,
la mia presenza lo ha costretto a correggerla come poteva,
vacillando pericolosamente per evitare l’impatto. Schizzava a
velocità folle su una pallottola due ruote. Di svariati quintali.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Abbiamo rischiato grosso entrambi.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Il mio pensiero corre al cugino. Alle
ragazze in bici. A bordo strada.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Telefono al cugino. Tutto bene.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Ieri, episodio simile. Questa volta i
motociclisti erano due. Si superavano a vicenda. La statale che divide Erto
trasformata nel circuito di Monza. Poco più avanti, a un braccio dai bolidi,
madre spingeva il suo bimbo in carrozzina.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Qualsiasi residente di Longarone, Erto,
Casso, Cimolais, Claut e di tutti i paesi prima e dopo la Valcellina possono
raccontarvene a decine di faccende così. Pare che questo nostro tratto stradale
sia una specie di "circuito naturale". I centauri del nordest lo
considerano una vera bellezza per la loro voglia di velocità e staccate limite.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">La verità è che ogni venerdì, sabato e
domenica di bel tempo, dall'inizio dei primi soli primaverili all'arrivo della
stagione fredda, percorrere la SS251 è pericoloso. Pericoloso davvero. E la
gente ha paura.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Ogni anno muoiono in media due
motociclisti nel tratto Erto-Barcis. Quest'anno è già accaduto. Pochi mesi fa.
Corrono, curvano, la ghiaia tradisce l’aderenza, escono di strada, impattano
contro qualcosa e perdono la vita. Altri incidenti simili a decine, che per
fortuna risultano in feriti non gravi. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">I centauri da gara li riconosci. Non
indossano jeans, giubbotto di pelle e casco che ti permette di guardarli in
faccia. Le loro moto non hanno passo da gita. Sono avvolti in tute da
prestazione, protetti da caschi a visiera oscurata. Perdono l’umanità per
fondersi con la loro bestia motorizzata, diventando una perfetta macchina di
velocità.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Vengono apposta per spingersi al limite.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Ho grande rispetto per la vita, per chi
lascia questo mondo e per la sofferenza insopportabile della mancanza.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Però, non riesco a smettere di pensare:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">"E, se nel mezzo di quella curva
fatale, proprio nel punto in cui il centauro rovinava contro il guard rail, stava
mio cugino, le ragazze in bici o la madre col passeggino?"<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Me lo chiedo e non so rispondermi.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Bisogna attendersi la classica prassi
all'italiana (aspettare che muoia un ignaro passante bordo strada) perché chi
di dovere prenda provvedimenti?<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
</div>
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-39955848610350728472012-05-17T05:55:00.004-07:002012-05-17T05:57:21.149-07:00L'incredibile Dottor Zilbershmidt.<div style="text-align: justify;">
In un mondo in cui i grandi, i colossi, operano il male sui piccoli, i piccoli resistono e fanno del bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti i piccoli se fanno il bene, diventano colossali, enormi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il mondo è fatto di miliardi di questi giganti piccini, uomini e donne capaci di azioni generose e belle.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Uno di questi ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente: L'incredibile Dottor Shalom Zilbershmidt.</div>
<div style="text-align: justify;">
Israeliano di nascita, ha sempre cercato di migliorare la qualità della vita delle persone. Intraprende la carriera di odontotecnico laureandosi a Padova e aprendo poi il suo studio in Gemona del Friuli. Si distingue dagli arricchiti fine a se stessi per una qualità in più. Invece di comprare BMW, porsche, case al mare e in montagna, o farsi rubare soldi dalla speculazione bancaria, Shalom ha deciso di usare il suo potenziale per qualcosa di concreto, per aiutare chi davvero ha bisogno di una mano. Realizzare nobili progetti umanitari necessita fondi da investire. La generosità ha prezzo, purtroppo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Trascurando il geniale bite dentale che ha progettato grazie al quale mette a posto un sacco di magagne fisiche (motivo per il quale mi sono ricolto a lui), parliamo del suo MediT.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chiacchierando con lui durante le varie sedute, scopro che ha investito enormi risorse per realizzare il suo sogno: una sala operatoria portatile da utilizzare ovunque, in zone di guerra mediorientali o sulla SS51 di Belluno. Il vantaggio di intervenire sul posto, in termini di tempo, è determinante. In situazioni di emergenza, la tempestività salva la vita. MediT permette di iniziare a operare immediatamente, senza dover trasportare i feriti al più vicino ospedale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Immaginatela come una tenda da campeggio, delle dimensioni di una piccola stanza. E' portatile perché, smontatala, la si trasporta in 4 sacche da 20 chili l'una, strumentazioni comprese. Una persona addestrata, lo monta e smonta in 5 minuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il problema principale dei chirurghi è la sterilizzazione dell'ambiente. Un luogo non perfettamente asettico rischia di essere fatale per pazienti sottoposti a operazioni chirurgiche. Le infezioni potrebbero condurli alla morte.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'ingegno di Shalom lo ha portato a montare all'interno della tenda MediT tutta una serie di ventole che comprimono l'aria verso il basso, schiacciando a terra tutti i batteri, i microorganismi e le impurità. Risultato? L'ambiente che ne risulta è 1000 volte più serializzato delle sale operatorie nostrane!</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando tagli carne umana, non deve esserci troppo caldo. temperature che oscillano dai 15 ai 20 gradi massimo vanno benne. Shalom dota Medit di condizionatore, così da ottenere la temperatura desiderata in ogni luogo della terra. Inoltre ricopre MediT di telo termico, capace di mantenere più a lungo la temperatura senza abusare del condizionatore. La tenda-sala operatoria viene costruita e consegnata con tutte le strumentazioni necessarie. MediT utilizza apparecchiature a basso consumo e funziona collegandola semplicemente alla batteria di un qualsiasi auto veicolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La purezza dell'ambiente che offre e la sua sicurezza sono state testate e certificate dalle maggiori autorità nazionali Europee di sanità (Testato e certificato conforme ISO 6 secondo lo standard NEBB). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Shalom Zilbershmidt ha combattuto contro mille difficoltà per realizzare il suo progetto. All'inizio aveva il supporto solo di alcuni amici che credevano nella cosa. Poi, quando ha preso forma e si capiva che era fattibile, è nato un vero e proprio staff di ingegneri e professionisti. Shalom si è appoggiato ad autorità militari israeliane (i materiali che lo compongono sono costituiti da tecnologia militare e non sono in commercio) perché il nostro paese non credeva e non voleva investire su MediT. Una volta costruito, testato e certificato Shalom aveva contattato la protezione civile Italiana, proponendogli di usare la tenda-sala operatoria gratuitamente. Ancora una volta l'Italia ha risposto negativamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora MediT è operativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Medici Senza Frontiere, ad aprile, ha acquistato alcuni MediT per far fronte a un <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/04/02/visualizza_new.html_160447871.html">attacco terroristico che ha ucciso 282 persone in Congo</a>. La sala operatoria portatile si è fatta valere, salvando centinaia di vite.<br />
Se le cose andranno come devono, MediT diventerà uno standard e potrebbe rivoluzionare il modo di eseguire operazioni chirurgiche nel mondo, rendendo di fatto obsoleti tutti gli interventi d'emergenza eseguiti negli ospedali.<br />
<br />
I ricavi di MediT verranno utilizzati per fare del bene, per allargare il bacino d'utenza e renderlo disponibile a tutti i paesi interessati. Speriamo di vederlo presto anche nel nostro paese.<br />
<br />
Felice di aver testimoniato l'incredibile vicenda di un uomo dedito a spargere bene.<br />
E, nel mondo, sono in tanti.<br />
Questa è la storia di un progetto di grandi proporzioni, ma, tutti, nel piccolo, ogni giorno, possiamo fare del bene e trasformarci in giganti. Non sottovalutate il potere dirompente di un minuscolo gesto d'affetto e solidarietà. Ne basta uno al giorno.<br />
<br />
Per saperne di più:<br />
<br />
<b><a href="http://www.systechnologies.biz/page-9-downloads">Sito MediT</a></b><br />
<b><a href="http://www.systechnologies.biz/Files/files_2.pdf">Caratteristiche MediT</a></b><br />
<br />
<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/05/lincredibile-dottor-zilbershmidt.html#comment-form">Lascia un commento</a><br />
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<br />
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<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-53953474094998625602012-05-11T05:42:00.002-07:002012-05-11T05:56:47.282-07:00Nella fossa del sague<div style="text-align: justify;">
<b><span style="color: orange;">"Giù nella fossa del dissanguamento dicono che l'odore del sangue ti rende aggressivo. Ed è vero. Se quel maiale ti da un calcio, tu gli rendi la pariglia. Stai già comunque per ammazzarlo, ma non basta. Deve soffrire, ci vai giù pesante. Insisti, gli fai scoppiare la trachea, lo fai annegare nel suo stesso sangue. Gli spacchi il naso. Un maiale vivo correva in circolo nella fossa. Mi guardava, toccava a me sgozzarlo e ho preso il mio coltello e - zac - gli ho cavato un occhio mentre lui se ne stava li seduto. E il maiale si è messo a strillare. Una volta ho preso il mio coltello - è affilatissimo - e ho tagliato via la punta del naso a un maiale, come fosse un pezzo di mortadella. Per qualche minuto è impazzito. Poi si è seduto con un'aria un po' stupida. Allora ho preso una manciata di acqua e sale e gliel'ho schiacciata nel naso. A quel punto il maiale ha dato proprio di matto, premeva il naso dappertutto. Avevo ancora una manciata di sale in mano - indossavo un guanto di gomma -e gliel'ho ficcato su per il culo. Quel povero maiale non sapeva se cagare o accecarsi. Non ero l'unico a fare roba del genere. Uno con cui lavoravo insegue i maiali facendoli finire nella vasca di scottatura (vasche di acqua bollente). E tutti - autisti, incatenatori, inservienti - usano tubi di piombo sui maiali. Lo sanno tutti, tutto quanto".</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una delle tante testimonianze presenti nel libro di Jonathan Safram Foer, "Se niente importa, perchè mangiamo animali?"</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dove esiste il commercio della carne su larga scala (In USA come in Europa, in Francia come in Italia) esiste l'allevamento intensivo. Dove esiste l'allevamento intensivo il genere di trattamento descritto dalla testimonianza riportata qui sopra è comune, perfino in presenza di ispettori addetti al controllo delle attività interne il macello. Su miliardi e miliardi di animali allevati nel nostro paese (dai maiali alle galline alle mucche) anche se fosse l'1% dei casi, rappresenterebbe una cifra enorme. Ho scritto email ad una catena di grandi distributori che si vanta di produrre carne di ottima qualità perché ha cura degli animali per avere l'elenco dei suoi allevamenti e macelli. Non mi ha mai risposto. Ed è normale che non rispondano. Visitare i moderni allevamenti e macelli è impossibile (Report non è riuscito a realizzare nessun filmato interno) perché recintati e guardati a vista. Non te lo permettono perché accadono cose indescrivibili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel nord Italia ormai esiste quasi solo l'allevamento intensivo, l'Istat conferma una drastica diminuzione dei piccoli allevamenti familiari e la concentrazione di pochi grandi centri. Ecco il rapporto Istat: </div>
<span style="color: #d9ead3;">Meno aziende, ma di dimensioni più ampie</span><br />
<span style="color: #d9ead3;">La dimensione media aziendale è passata, in un decennio, da 5,5 ettari di SAU (superficie agricola utilizzata) per azienda a 7,9 ettari (+44,4%). Ciò è conseguenza di una forte contrazione del numero di aziende agricole e zootecniche attive (-32,2%), cui ha fatto riscontro una diminuzione della superficie coltivata assai più contenuta (-2,3%). L’effetto delle politiche comunitarie e dell’andamento dei mercati ha determinato l’uscita di piccole aziende dal settore, favorendo la concentrazione dell’attività agricola e zootecnica in unità di maggiori dimensioni e avvicinando il nostro Paese alla struttura aziendale media europea.</span><br />
<span style="color: #d9ead3;">Anche la dimensione media aziendale in termini di SAT aumenta rispetto a quanto rilevato dal Censimento del 2000, passando da 7,8 a 10,6 ettari. Tuttavia, in valore assoluto, la SAT complessiva diminuisce (-8%) assai più della SAU (-2,3%), segnale di un processo di ricomposizione fondiaria che ha trasferito alle aziende agricole attive nel 2010 prevalentemente le superfici agricole utilizzate dalle aziende cessate e, in misura minore, i terreni investiti a boschi annessi alle aziende o non utilizzati.</span><br />
<span style="color: #d9ead3;">Oltre la metà della SAU totale (54,1%) è coltivata da grandi aziende con almeno 30 ettari di SAU (5,2% delle aziende italiane), mentre nel 2000 quelle al di sopra di questa soglia dimensionale coltivavano il 46,9% della SAU ed erano il 3% del totale.")</span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se la sofferenza degli animali non ti tocca, sappi che il cibo prodotto dagli allevamenti intensivi è veleno. Che le pratiche dell'allevamento intensivo sono la causa principale del surriscaldamento globale, dell'inquinamento dell'atmosfera e delle falde acquifere. In più caricano le persone addette alla macellazione di tensioni psicologiche e gravi problemi a gestire la propria aggressività.</div>
<br />
Ora che sai la verità, come ti poni verso il mangiare la carne proveniente dall'industria zootecnica moderna?<br />
<br />
<br />
<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/05/realta-che-stridono.html">Se vuoi approfondire</a><br />
<br />
<br />
<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-46731193993186042722012-05-06T16:18:00.001-07:002012-05-06T17:04:47.126-07:00Realtà che stridono<div style="text-align: justify;">
<b style="color: #d0e0e3; font-family: inherit; font-size: x-large;">La repubblica, sabato 5 maggio 2012. Pag. 25.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="color: #d0e0e3; font-size: x-large;"><span style="font-family: inherit;">Un enorme</span> articolo pubblicizza una catena di supermercati-ristoranti che dovrebbero vendere carne alta qualità.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #d0e0e3;"><b><a href="http://legacoopravenna.ecoleco.it/rassegna/2012/05/pressline20120505_283678.pdf">Puoi leggerlo a questo link</a></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="color: #d0e0e3; font-size: x-large;">Non serve imbattersi in articoli così orrendamente pubblicitari sui quotidiani, anche la rete ne è piena. False promesse che vogliono dipingere le multinazionali come spargitrici di benessere. Ma queste realtà, sono due realtà che stridono.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il binomio alta qualità e giganti della distribuzione è ridicolo. Come dire: è una tartaruga, ma corre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se hai il potere di creare negozi enormi, devi servire migliaia di persone. Per accontentare così tante persone devi spendere tempo, parecchio tempo. E soldi. Gli animali allevati in maniera tradizionale ci mettono mesi e mesi per raggiungere il peso necessario a essere buoni alla macellazione. Nutrirli con cibi naturali e e curarli con medicine omeopatiche aumenta il costo, di tempo e denaro. Non poterli stipare a centinaia di migliaia in miserabili capannoni significa allevarne un numero incredibilmente basso se comparato alle necessità del mercato attuale. Ciò va a influire sul numero di carne disponibile, che si riduce drasticamente. Se hai poca carne a disposizione, non apri un centro commerciale.</div>
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"Riduzione della catena produttiva -ci dicono- per questo abbattiamo i prezzi. Essendo di qualità, dovrebbe costare di più, ma non costa così tanto perché l'allevamento è qui vicino, a pochi km dal ristorante o supermercato". Ci dovrebbero essere centinaia e centinaia di pascoli meravigliosi a pochi km di distanza dal supermercato-ristorante per poter sfamare tanta gente e dare veridicità a questa affermazione. Secondo le tesi degli imprenditori faraoni filantropi, l'intera pianura padana dovrebbe essere una distesa felice di verdi praterie brulicanti animali trattati con tutte le sagge accortezze di un tempo. Ma voi, le avete mai viste queste? Io no. Si vedono per la maggior parte capannoni industriali. </div>
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Per non parlare del denaro. </div>
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La carne prodotta in maniera realmente sana non ha prezzi concorrenziali o sufficientemente concorrenziali. Costa. Costa molto, molto di più. Diciamo che un chilo di carne dovrebbe sempre costare più di 12 euro. Nei supermercati la carne te la tirano dietro. In questi luoghi descritti come oasi di qualità costa poco più che nei supermercati. Ancora non basta per convincere.</div>
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Chi alleva in maniera sana non riesce a darsi alla grande distribuzione, aprire ristoranti o supermercati. Per sua fisiologia naturale, produrre carne davvero di qualità abbisogna di molto tempo e denaro. Perciò, chi ha il coraggio e la forza ancora di farlo, rimane piccolo. Le risorse necessarie per essere fatto bene, sono enormi. In larga scala diventerebbero insostenibili se non con accorgimenti da zootecnica moderna.</div>
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Tanti (ma purtroppo pochi ancora) piccoli centri sono indizio positivo.</div>
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Pochi centri su larga scala puzzano di losco.</div>
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Le cooperative agricole vere, ormai poche, dove acquistare la carne, somigliano circa a questi luoghi:</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihxK9rbZ0OpF7xf9j-BQCKxnBbe_AqfoLu6Ar1HQP1ynrkXZ-9C7K3c8h6WmGGXUnvTRYTVXQ2NMfsZkw8rBzFHxUDDrCnCY4cc_fO61j2lb-wtSg7EV1OLRbZOdI_soH-rsFt_4QH1MA9/s1600/muovo+punto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihxK9rbZ0OpF7xf9j-BQCKxnBbe_AqfoLu6Ar1HQP1ynrkXZ-9C7K3c8h6WmGGXUnvTRYTVXQ2NMfsZkw8rBzFHxUDDrCnCY4cc_fO61j2lb-wtSg7EV1OLRbZOdI_soH-rsFt_4QH1MA9/s200/muovo+punto.jpg" width="200" /></a></div>
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non a questi...</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiudZyprnOb_Y1q7UwhRNW6HLr8z3Fy-vbjB1eHyhCyNtu0b13pMflRPfcaekgczYQ4tOL9kKIr-lpeokZ0e6WDI1EOkM9J8SqvmhzCzPYKEDhsxYZinlDgUTAgBNesmace-PypCNP0SwKm/s1600/coop-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiudZyprnOb_Y1q7UwhRNW6HLr8z3Fy-vbjB1eHyhCyNtu0b13pMflRPfcaekgczYQ4tOL9kKIr-lpeokZ0e6WDI1EOkM9J8SqvmhzCzPYKEDhsxYZinlDgUTAgBNesmace-PypCNP0SwKm/s200/coop-2.jpg" width="200" /></a></div>
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Ma torniamo alla quantità di bestiame allevato. Abbiamo detto che deve essere molto, per forza: deve servire molta gente in poco tempo. Per farlo sono state selezionate razze che in pochi giorni acquistano la massa di un animale adulto normale. Tutto questo a scapito della loro salute, della loro capacità di difendersi dalle malattie. Il rovescio della medaglia. Tutto questo bestiame indebolito geneticamente, non essendoci le praterie mastodontiche necessarie a ospitarlo, deve per forza essere stipato. E quando si comprimono centinaia di migliaia di animali deboli in spazi ridottissimi, le malattie circolano. Circolano eccome. </div>
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Ma i filantropi imprenditori ci dicono che i loro animali non vengono allevati con antibiotici (i maggiori organi di salute pubblica nazionali non sanno dire quanti antibiotici vengono somministrati quotidianamente agli animali perché non c'è modo di controllare queste operazioni. Ma il padrone delle multinazionali ci rassicura, ne è certo. Ma come fa lui a confermarlo quando non lo può sostenere neppure l'istituto superiore di sanità- dipartimento di veterinaria? Se neppure gli allevatori ormai sanno cosa danno da mangiare agli animali perché eseguono solo gli ordini imposti loro dal socidante?). A questo punto speriamo che gli antibiotici vengano davvero utilizzati, a mo' di garanzia, altrimenti quella carne si trasformerebbe in puro veleno!</div>
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Chi ha la fortuna di vivere in zone rurali si affidi a conoscenti che per passione allevano galline o maiali all'"antica". Chi può si rivolga a cooperative come le seguenti:</div>
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<a href="http://www.agricolturanuova.it/">http://www.agricolturanuova.it/</a>
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<a href="http://www.prober.it/">http://www.prober.it/</a> (Sono ottimi punti di appoggio anche per iniziare a chiedere dove trovare carne davvero di qualità).</div>
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Perché su Repubblica non si parla a piena pagina anche di queste realtà, o di mio zio che alleva galline la cui qualità di carne sono certo è fra le migliori del nostro paese? Forse perché non abbiamo i soldi per pagare il giornale e perché il giornale non è interessato se non fa notizia.</div>
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Come sempre in questo spazio si parla poco di concretezza e molto di sogni e utopie. Ma i sogni di oggi sono stati la realtà del domani in molte epoche e civiltà. Sogno supermercati e ristoranti vuoti di carne, perché di quella robaccia non se ne vende più un grammo. E poi sogno nascere piccoli supermercati che pagano gli allevatori tradizionali, ormai gli unici "autorizzati" dalle nostre abitudini a vendere quel tipo di cibo. Così, solo così, si andrà a valorizzare davvero la qualità. Il business su larga scala alimenta solo la corsa dei mercati a crescere, crescere e crescere. E le mucche, i polli e i maiali gonfiati come palloni sanno cosa significa crescere a dismisura.</div>
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Alcune delle informazioni le ho pescate <a href="http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-bc4a32b1-da0b-4afb-a3a2-57e0e7b7a6c2.html">QUI</a>. Un'inchiesta che vale la pena vedere. Per smascherare le bugie, direi che la formula magica più facile è composta da un pizzico di informazione e quattro spanne di buon senso.</div>
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Non sono gli imprenditori che ci salveranno. Ma noi stessi. Con le nostre scelte personali, mirate e quotidiane.<br />
Il mercato sei tu, io e tutti gli altri. Non le leggi della crescita dell'economista di turno.<br />
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La verità è proporzionale a quanta gente ci crede. I faraoni lo sanno.<br />
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<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/05/realta-che-stridono.html#comment-form">Lascia un commento</a><br />
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<br /></div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-75946100842748466122012-05-03T05:40:00.001-07:002012-05-03T05:41:23.128-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgusdipcrKHKAMLyCW7Gz2wJcdc8Yn-_Cy49bqHByAEpPAmSstr0B4EXDxqOXl8fkMxc6gTfFwl30Y6oG8eBevgK3qHmZI9W1SiKh9L8vwiiGiatXZ-JWi8E-5CCov5JiO4AlB4G5De8pXs/s1600/309917_3913052028834_1355420351_3451836_36378176_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgusdipcrKHKAMLyCW7Gz2wJcdc8Yn-_Cy49bqHByAEpPAmSstr0B4EXDxqOXl8fkMxc6gTfFwl30Y6oG8eBevgK3qHmZI9W1SiKh9L8vwiiGiatXZ-JWi8E-5CCov5JiO4AlB4G5De8pXs/s400/309917_3913052028834_1355420351_3451836_36378176_n.jpg" width="400" /></a></div>
<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-40670374057633347272012-05-01T03:49:00.001-07:002012-05-01T03:50:18.943-07:00Diario di un timido: due performance non proprio da professionista<div style="text-align: justify;">
Il boss di radio onde furlane non sa ciò che scrivo qui adesso.</div>
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In effetti, per vergogna, non l'ho mai messo per iscritto.</div>
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Alcuni mesi dopo la pubblicazione, tra le cose che mi capitarono, accettai una mini intervista radiofonica. </div>
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Loro ti chiamano tu parli al telefono. Semplice.</div>
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Semplice pensavo. Venivo da disastrose esperienze pubbliche, ero convinto che parlare al telefono da casa mia a una radio rappresentasse poco più di una bazzecola.</div>
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Alcuni giorni prima mi ero recato in un paese del Friuli, non ricordo il nome ma so che era di domenica e che avrei interrotto con un'auto presentazione un concerto jazz che si esibiva in un'ampia sala al primo piano di una bellissima biblioteca.</div>
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"Non c'è mai stata tanta affluenza" aveva detto l'ideatore della manifestazione. Ci tengo a precisare che le quasi duecento persone sarebbero venute comunque, il mio era solo un siparietto che divideva il vero evento, e cioè il concerto. Se da una parte gioivo per la riuscita della cosa, dall'altra mi sentivo morire. Causa: timidezza cronica. Prima di allora c'era sempre stato un "moderatore" a dirigere la chiacchierata, un tavolo-barricata fra me e la gente dietro cui arroccarmi e trarre un poco di sollievo e la formula magica che recitavo sempre alla "mia" spalla del momento: "ehi, se vedi che mi impapino dammi una mano". Un miscuglio di cose che mi infondeva sicurezza. Invece quel giorno avrei dovuto affrontare le persone in piedi, senza tavolo e senza spalla. Niente soccorso in caso di impapinamento. </div>
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Bum. Il concerto parte. Pronti via. le mie palpitazioni erano da maratoneta in fuga.</div>
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Mi sentivo fuori luogo. Mi pareva un delitto interrompere un così bel fluire di motivi jazz con il gracchio insicuro della mia figura minuta. Il disagio cresceva sempre di più man mano che i minuti passavano.</div>
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Bum. Il concerto è fermo. Vengo chiamato a presenziare. L'attacco c'era, avrei potuto cavalcarlo: Le musiche jazz di prima avevano come tema comune difficili rapporti tra uomo e donna (L'uomo corvo e Vanessa). Poche ore prima, guidando solo in auto, i miei discorsi fluivano lisci come l'olio. Tutto era chiaro in me.</div>
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Adesso avevo ingoiato un porcospino. Guardavo la folla. La gente mi guardava.</div>
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Spiaccicai un mezzo discorso in partenza. Poi la cosa più comprensibile che dissi fu "lgddldk".</div>
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Attacco di panico.</div>
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Confusione.</div>
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Rossore.</div>
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Mancanza di fiato.</div>
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Guardai la folla.</div>
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"Chiedo scusa".</div>
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Partì un caloroso applauso di incoraggiamento. Fu acqua per chi si è perso nel deserto. Fu respirare. Parlai per 5 minuti, dissi quello che mi riuscì in maniera abbastanza pulita. Non cercai di piazzare le teorie e i discorsi più arditi, mi si sarebbe di nuovo aggrovigliata la lingua. Mi limitai alle frasi e concetti più semplici che mi riusciva.</div>
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Finii, e il concerto ripartì.</div>
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Avevo addosso una sensazione di sconfitta. Come quando stai per dare matto e per una svista ti mangiano la regina.</div>
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Le melodie New Orleans mi fecero dimenticare un po' la pessima performance personale.</div>
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Alla fine diverse persone mi dissero:"è bello vedere emozione reale". Ne fui contento e quelle parole ancora mi consolano.</div>
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Ricordo quel giorno come uno di quelli più formativi.</div>
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"Al massimo mi impapino, balbetto e poi ricomincio" dicevo fra me e me. "Ormai ho superato tutti gli ostacoli". Ne ero sicuro.</div>
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Ne ero sicuro anche quel mattino alla radio. Ma di li a poco mi sarei accorto che ci poteva essere di "peggio".</div>
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Il boss di radio onde furlane ha una gran voce. Non so se è professionista che ha studiato, sicuramente ha si è allenato per anni . Inoltre la natura lo ha dotato di un timbro felice e suadente, forte, energico che è un piacere ascoltare. Sentire la sua voce in radio e poi la mia, penso sia come guardare la silouette di una elegantissima professoressa e poi spaccarsi i denti serrandoli a difesa del gesso che inchioda sulla lavagna.</div>
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Pensavo così mentre lo sentivo annunciare la mia presenza in diretta.</div>
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Le palpitazioni cominciarono a salire e a ostruire l'esofago. Il respiro iniziò a mancare.</div>
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Toccava parlare a me. Non ricordavo la domanda.</div>
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Ero a casa mia, doveva essere tutto tranquillo. Non era così. L'effetto sorpresa mi congelò definitivamente. Il silenzio incalzava. La radio ha bisogno di tempi rapidi. La responsabilità mi forava di saette.</div>
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Capii che poter guardare la gente è un faro nella notte a confronto di dover parlare nell'astratto di un telefonino. Mancano tutti i riferimenti che, per un insicuro, è disastro puro. Non sai a chi ti stai rivolgendo, non capisci che sta succedendo, sai solo che c'è "qualcuno che ascolta". L'imbarazzo salì al suo apice. Parlavo a singhiozzi. Le frasi non arrivavano, il panico le sbriciolava sul nascere. Il respiro latitava. Dovevo fare boccate enormi per riprendermi. Coprivo il microfono mentre lo facevo, per non far sentire gli ansimi. Poi la disfatta.</div>
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Nel romanzo "L'idiota", il principe Myskin, protagonista, rompe un intero servizio da te difronte a graziose fanciulle e si sente morire per la vergogna. La cosa buffa è che, prima di romperle, si era imposto così fermamente di non farle cadere per nulla al mondo, che aveva finito per realizzare il suo incubo!</div>
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Feci lo stesso errore. Prima di parlare in radio fantasticavo: "Beh, se proprio deve andare male, faccio come Aldo in Tre uomini e una gamba, faccio finta che non si sente dal telefonino, e chiudo la chiamata. Intanto riprendo fiato. Però non succederà dai, figuriamoci..."</div>
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Già, non succederà...e invece.</div>
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Andò proprio così. Ad un certo punto la mia agitazione era diventata insostenibile e dovetti ricorrere al triste stratagemma.</div>
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La radio mi richiamò e mi scusai per l'inconveniente tecnico. Trascinai la voce verso fine trasmissione, abbondanti iniezioni di "voce del boss" furono la sostanza che tenne in piedi l'"intervista".</div>
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Il boss non è a conoscenza di questo dettaglio ma, chissà, se lo leggerà magari si farà una risata!</div>
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Bloccarmi e tremare di fronte alla gente succede ancora, anche se molto meno.</div>
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Ho imparato due cose, in questi mesi.</div>
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La prima: gestire l'emozione grazie a una certa continuità "pubblica". </div>
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La seconda: chi viene ad ascoltare lo fa per affetto, perciò, per me, diventa come l'ombra di un albero in una giornata calda. Un rifugio. Molto meglio del tavolo-barricata. Quindi passa la paura di mostrarmi come sono: una persona con tante paure, insicurezze, titubanze. Ma anche con profonda fede nelle mie idee. E condividerle tramite chiacchierata collettiva diventa un piacere.</div>
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Mi piace essere sincero con le persone e non recitare o fingere. Però chi parla ha anche responsabilità. Non si può parlare con sufficienza e dire cose tanto per dire. Bisogna parlare col cuore ma anche con la testa. Bisogna vestire a festa le proprie parole per onorare al meglio le orecchie di chi viene ad ascoltarti. E' forse questa "responsabilità" che a volte mi paralizza.</div>
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Lentamente la mia capacità di mettere a fuoco ciò che voglio dire e dirlo in maniera pulita in presenza di sconosciuti sta migliorando. Riesco perfino a fare le battute che vorrei. L'emozione però è sempre la stessa. La sento e mi scarica adrenalina nei primi minuti come il getto di una pompa idraulica. Spero di non perderla mai.<br />
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<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/05/diario-di-un-timido-due-performance-non.html#comment-form">Se ti va, lascia un commento! :)</a></div>
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</div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-71153868148738007672012-04-27T06:32:00.002-07:002012-04-27T07:26:00.112-07:00La leggenda del forzato mangiatore e dell'inventore degli scacchi<div style="text-align: justify;">
Vi legano a una sedia e vi costringono a mangiare continuamente. La vostra pancia cresce. Più cresce e più i vostri torturatori ne guadagnano (non chiedetemi in virtù di quale perverso accordo).</div>
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Ad un certo punto però, la pancia invece di crescere giustamente si tende fino allo spasimo e poi cede, inizia a sbregarsi.</div>
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Vi tengono a digiuno per un poco e le ferite si rimarginano. Però, badate bene, non vi liberano. Aspettano che stiate meglio e poi dicono: bene la situazione è tornata sostenibile, ora si può ricominciare a crescere. E la tortura continua. Continua finchè la pancia non scoppia. </div>
<div style="text-align: justify;">
BUM! </div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco la bolla finanziaria che è esplosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
I torturatori, che hanno perso la possibilità di arricchirsi con la pancia che cresce, liberano le vostre mani consegnandovi ago e filo e chiedendo di ricucirvi le budella in modo che possano ricominciare a gonfiare. Ecco che allora arriva l'austerità, altre tassazioni e imposizioni fiscali.</div>
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Aggiungiamo il danno oltre la beffa: vi garantiscono che vi stanno riempiendo di cibo mentre vi stanno gonfiando solo di aria.</div>
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Questa è la metafora della crescita economica.</div>
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<br />
La crescita economica è di moda come le VHS.<br />
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I soldi non esistono più. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le banconote non hanno un corrispettivo ammontare di oro depositato in banca. Il denaro esiste solo in virtù dell'indebitamento degli stati con le banche che speculano molto e investono poco. Lo stato per far fronte questo indebitamento, attraverso i titoli di stato fa domanda di liquidità alla banca. La banca rende "concreta" la domanda traducendola in denaro. Questo denaro però è fatto di aria, creato dal nulla perché basato non su valore tangibile ma sull'ipotesi che, se c'è stata una domanda, allora ci sarà offerta e perciò ci sarà la garanzia che il denaro verrà restituito. </div>
<div style="text-align: justify;">
Come dire: mi butto da un palazzo di 20 metri perché le statistiche sono a favore di chi sopravvive. Logiche di mercato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Prima o poi la crescita si arresta. Il mercato non può crescere all'infinito. Perfino l'universo smetterà di espandersi e a questa regola non sfugge neppure la borsa.</div>
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Perciò, quando la crescita si ferma bisogna fare i conti con i debiti rimasti. Che andrebbero saldati con la liquidità circolante che però (magia) si scopre non esistere!</div>
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E allora a chi si ricorre per far fronte al disagio? </div>
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Ai cittadini, ovvio.</div>
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<br /></div>
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Non sono un economista né conosco a mena dito i meccanismi che regolano i rapporti fra stato e bankitalia ma sto cercando di informarmi su questi sistemi, e, pur essendo molto ignorante e assolutamente non tecnocrate, non posso che rendermi conto che in borsa tutto viene immolato nel nome della crescita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Riporto una leggenda sull'inventore del gioco degli scacchi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un misterioso straniero si recò alla corte di un re persiano e gli mostrò il gioco degli scacchi. Il re persiano fu così entusiasta degli scacchi che autorizzò il misterioso straniero a chiedere qualsiasi cifra in cambio. Il misterioso straniero disse: "Come pagamento per il gioco che vi ho portato, vorrei un chicco d'oro sulla prima casella della scacchiera, due sulla seconda, quattro sulla terza, otto sulla quarta, sedici sulla quinta e così via". Il re persiano accettò con soddisfazione. Il giorno seguente i consiglieri chiesero di parlare col re. Erano visibilmente preoccupati. Informarono il sovrano che, casella dopo casella, per poter pagare il misterioso straniero non sarebbe bastato tutto l'oro del loro regno ne quello di tutte le terre conosciute messe assieme. Il re fece tagliare la testa al misterioso straniero.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La crescita porta alla fine.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La crescita è insostenibile come la richiesta del misterioso straniero. Non può progredire per sempre. E le crepe del nostro sistema sono dovute alla fede dei banchieri verso la crescita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se fossimo il re persiano, per sostenere che so, il mercato dell'auto, quest'anno dovremmo comprare un'auto, il prossimo due, quello successivo quattro e così via. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo per ogni campo manifatturiero.</div>
<div style="text-align: justify;">
Impossibile davvero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Però si può fare altro. Quando ci esplode la pancia, a mani libere possiamo ricucire le ferite e poi, invece di farci rimettere in catene, difenderci dai torturatori. Mandarli via. Riprenderci ciò che è nostro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Forse non hanno ancora gonfiato abbastanza. Forse non siamo esplosi abbastanza. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma il punto critico sembra essere vicino. </div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-28362218069522128112012-04-26T05:18:00.002-07:002012-04-26T06:16:02.683-07:00Meraviglia!<div style="text-align: justify;">
Tante cose diamo per scontate.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci si sveglia al mattino e la routine diventa la ruotina. Come quelle dei carrelli della spesa. La ruotina che ci spinge tra gli scomparti di un gigantesco supermercato chiamato mondo, dentro un carrello che è diventato gabbia. E possiamo solo scegliere cosa comprare. Non ci appartiene più nulla. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nulla tranne i ricordi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quanto costa la meraviglia? </div>
<div style="text-align: justify;">
Dal carrello-gabbia possiamo passare al setaccio ogni corsia, ogni reparto (Corsia? Reparto? Ma è un supermercato o un ospedale?) senza mai trovare in vendita la meraviglia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dobbiamo fermarci e cercarla dentro di noi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Penso alla meraviglia della prima volta che ho bevuto un succo di frutta con la cannuccia. Una magia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non la saprei ricordare. Probabilmente ero bambino. Chissà quanta tensione vibrava in ogni cellula del corpo e della mente mentre mi mettevo (o i nonni o i genitori mi mettevano) la cannuccia in bocca. Un'attesa tanto angosciante quanto colma di spirito d'avventura e frenesia per la scoperta. Decidersi di succhiare da quel seno pazzesco a forma di matita cava e aspettare. Iniziare a sentire il succo fruttoso farsi largo fra i denti, lambire la lingua e poi scorrere giù scomparendo nella pancia, dove ogni tatto perde identità. Forse potrei immaginare le sensazioni della prima cannucciata ricordando il primo bacio. Di sicuro niente in me era preparato a questa cosa che di li a poco si sarebbe abbattuta con la potenza di un uragano. Niente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta accaduto non è più la stessa cosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
La prima volta è un miracolo irripetibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ieri ho visto un bimbo bere a cannuccia un succo di frutta. Era la sua prima volta. E l'ho invidiato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le cose più belle ci accadono senza farcelo sapere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Accorgersi di loro significa non farne parte.<br />
<br />
<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/04/meraviglia.html#comment-form">Lascia un commento</a></div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-20228709006042190652012-04-24T09:01:00.001-07:002012-04-24T09:03:35.148-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Sabato 28 aprile, ore 17.00</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Libreria Giunti, Città fiera Martignacco-Udine</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Con la scusa del libro, parlo di altro :)</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkGsQFvx-EZnvdk5Uf6KMcB86ptvZqklRJ2mkTivLljZ9ukoDdWZTKs2SgC3c3SikoaSk2FewsENMTW1DeCMy7zoE2a_SR1480U48M33EGQmGhrmbHBmtiYWvT386vzaU47sq_PhXO3Aiq/s1600/udin.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkGsQFvx-EZnvdk5Uf6KMcB86ptvZqklRJ2mkTivLljZ9ukoDdWZTKs2SgC3c3SikoaSk2FewsENMTW1DeCMy7zoE2a_SR1480U48M33EGQmGhrmbHBmtiYWvT386vzaU47sq_PhXO3Aiq/s400/udin.jpg" width="245" /></a></div>
<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-47617784888643146452012-04-24T03:16:00.000-07:002012-04-24T05:25:20.032-07:00Erto 2012. Una tipica ingiustizia da faraoni<div style="text-align: justify;">
Ammetto la mia ignoranza. Ho iniziato a interessarmi alle stranezze edilizie dei faraoni ertani perchè una di queste ha toccato da vicino la mia storia personale. Ma questo spunto iniziale ha fatto scattare una molla più ampia: la voglia di smascherare i faraoni che operano nei nostri paesi.<br />
In sostanza: qual'è il modo di operare dei faraoni? Col tempo e facendomi le domande giuste, mi auguro dipoterlo almeno scoprire. Non pretendo cambiare le cose, ma almeno saperle.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Uno dei prossimi obbrobri edilizi ertani andrà a sfregiare l'area su cui poggia la vecchia casa dei miei nonni (antichissima) e altre case vicine (altrettanto antiche) con una strada asfaltata che, invece di seguire un percorso logico e discreto, sbrega a metà l'intero versante del colle.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-align: -webkit-auto;">Partiamo con una foto che rende subito l'idea.</span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3zYPtiEm-3qtWDb9nReCV_DuQJ3wiVhFEaWwhsMPEgImfDo0-MgNVOrZhSSFYBhU8VcGJVM6irpFE2SnfreedPgNJ9YMqeZT7zGbQenbNGDvU51tbXXcnsvPAKS_kNgd6Sj2T6NFSxQFv/s1600/panoramicaZonaConTracciati.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3zYPtiEm-3qtWDb9nReCV_DuQJ3wiVhFEaWwhsMPEgImfDo0-MgNVOrZhSSFYBhU8VcGJVM6irpFE2SnfreedPgNJ9YMqeZT7zGbQenbNGDvU51tbXXcnsvPAKS_kNgd6Sj2T6NFSxQFv/s400/panoramicaZonaConTracciati.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
La strada rossa è quella prevista dal comune, mentre la verde è l'alternativa che abbiamo proposto assieme ad altri residenti interessati a una variante meno invasiva.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora veniamo alla lettera che mia sorella ha mandato al comune, per chi fosse interessato. Per chi non è interessato la può saltare.<br />
In sostanza la lettera chiede che vengano valutati anche percorsi alternativi più economici, più rispettosi dell'ambiente e che tengano conto di chi la strada non la vuole perché in quanto deturpa una borgata storica, caratteristica e di grande bellezza naturalistica. Vorrei precisare che noi "dissidenti" non ci opponiamo alla strada in sè. Troviamo che sia un servizio giusto da non negare a nessuno e totalmente in linea con le necessità attuali. Contestiamo solo DOVE viene fatta questa strada, non LA strada.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco la lettera:</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<b><span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;">Oggetto:
Realizzazione strada di accesso località Forcai in Comune di Erto e Casso
(PN). Istanze/interrogazioni ai sensi dell’art. 60 Statuto comunale di Erto e
Casso.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;"> Essendo a conoscenza che la Sua
Amministrazione ha in progetto la realizzazione di una strada di accesso alla
località Forcai, con la presente si espongono alcune osservazioni e
valutazioni in merito, con l’obbiettivo di tutelare il pubblico interesse, onde
evitare il deturpamento di una zona ancora integra con un’opera di utilità quantomeno
discutibile.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 18pt;">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;">Dopo l’anno internazionale delle foreste, e dopo il
tanto rinomato riconoscimento dell’Unesco, di cui anche il Comune di Erto e
Casso si può vantare, si evidenzia come il progetto di cui sopra, di notevole impatto
ambientale, andrà a compromettere, praticamente distruggendola, una delle zone
rurali e paesaggistiche più caratteristiche del Comune, peraltro confinante con
il territorio protetto del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 18pt;">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;"> Le peculiarità
di un’area protetta si fermano solo burocraticamente al confine della stessa,
essendo indubbia la loro estensione anche al territorio limitrofo, come nel
caso della località Forcai, caratterizzata da elementi paesaggistici di indiscussa
rilevanza naturalistica e paesaggistica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 18pt;">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;">Si rileva altresì come verrà anche cancellata buona anche
parte dei sentieri CAI, presenti non a caso in tale zona, che sono oggi meta di
numerosi escursionisti amanti della montagna.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 18pt;">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;">Tecnicamente, a titolo esemplificativo, si consideri che
è previsto che la prima parte del tracciato venga realizzata in forte pendenza
(come evidenziato dalle sezioni del progetto) con il rischio di smottamenti
futuri ed in una zona di vincolo per pericolo valanghe. Per risolvere tale
grave problema, il progetto prevede la realizzazione di un invadente muro di
sostegno che andrebbe a modificare ed intaccare gravemente il paesaggio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;">***<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 18pt;">
<b><span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;">Si chiede
pertanto a Codesta Spettabile Amministrazione Comunale, ai sensi dell’art. 60
dello Statuto, al solo fine di salvaguardare e tutelare gli interessi
collettivi:<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="color: lime;"><span style="font-family: Arial;">1.<span style="font-family: 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Arial;">Premettendo che sicuramente le poche persone
residenti nella zona interessata hanno necessità di una strada, se sia stata
debitamente <b>valutata l’utilità
dell’opera</b> <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="color: lime;"><span style="font-family: Arial;">2.<span style="font-family: 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Arial;">Ammettendo per assurdo che l’opera in discussione sia
stata considerata di primaria utilità e d’interesse comune, si chiede se siano
state prese in considerazione delle <b>ipotesi
di percorsi alternativi</b>, di più facile e conveniente realizzazione, come
per esempio quella che potrebbe essere la continuazione della strada che porta
al Ristorante Cervo Bianco della quale usufruirebbero i fabbricati dei
residenti e gli stavoli della Loc. Forcai; soluzione, questa, che porterebbe a
costruire <b>una strada molto più corta,
con meno pendenza, con minore impatto ambientale</b> e in zona soleggiata,
evitando così la problematica di una strada perennemente ghiacciata nel
periodo invernale, in quanto la zona interessata rimane all’ombra per la
maggior parte dell’anno e pertanto coperta da uno strato di ghiaccio non
indifferente, creando disagi alla percorribilità. Al contrario, la parte
proposta ad ovest è perennemente soleggiata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="color: lime;"><span style="font-family: Arial;">3.<span style="font-family: 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Arial;">Se sia stata debitamente valutata la convenienza, non
solo economica, di <b>un’espropriazione di
terreni di proprietà di soggetti contrari</b> alla realizzazione della strada,
contattandoli e sentendo i loro pareri (anche in considerazione del fatto che
le proprietà di coloro che vorrebbero la strada non verrebbero per la gran
parte toccate). <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="ListParagraph" style="text-indent: -18pt;">
<span style="color: lime;"><span style="font-family: Arial;">4.<span style="font-family: 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Arial;">Se sia già stato considerato ed escluso il <b>possibile recupero della carrozzabile</b>
già esistente in loco.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="ListParagraph" style="text-indent: -18pt;">
<span style="color: lime;"><span style="font-family: Arial;">5.<span style="font-family: 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Arial;">Se sia stato considerato il <b>grave rischio di una costruzione in zona soggetta a valanga</b> e se la
costruzione del muro di sostegno, a soluzione del problema, sia stata valutata
anche sotto il profilo ambientale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="ListParagraph" style="text-indent: -18pt;">
<span style="color: lime;"><span style="font-family: Arial;">6.<span style="font-family: 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Arial;">Se sia stata valutata l’eventuale <b>incidenza di tale opera stradale sulla
stabilità delle abitazioni </b>della zona per garantire che non ne venga
compromessa la solidità. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;">***<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;"> Si allega documentazione di
fotoriproduzione della zona, restando in attesa di un cortese cenno di riscontro
entro i termini di legge.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;"> Distinti saluti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 248.15pt;">
<span style="font-family: Arial;"><span style="color: lime;"> </span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Interessante notare che la lettera non ha ricevuto alcuna risposta ufficiale. Pochi giorni dopo però appare questo articolo sul Gazzettino di Pordenone:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpgiZNb_DPIszhbo3UYL7oGWRDDV7c5vpf3JUxK8ooQXw8jkmydga81jnY-UvZFfZNLPIr5EcxNb9zXILtegtJ0ti-4Oba3JADuUzmuldP0JsWh0OXFTHcn-rM0xGGPMy1sw82H4sqNC99/s1600/forcai.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpgiZNb_DPIszhbo3UYL7oGWRDDV7c5vpf3JUxK8ooQXw8jkmydga81jnY-UvZFfZNLPIr5EcxNb9zXILtegtJ0ti-4Oba3JADuUzmuldP0JsWh0OXFTHcn-rM0xGGPMy1sw82H4sqNC99/s640/forcai.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
Alla fine dell'articolo si legge la risposta del faraone.<br />
La verità è che non è vero che la cifra per realizzare la proposta alternativa è tre volte tanto l'originale, semplicemente perché NON è stata effettuata nessuna perizia alternativa! Ho appena sentito l'Ufficio Tecnico che mi conferma l'assenza di progetti e valutazioni ufficiali riguardanti la proposta alternativa. Anzi, la telefonata evidenzia gli svantaggi del progetto originale (tracciato rosso):<br />
<br />
-costo maggiore a causa di enormi muraglioni che verrebbero eretti per riuscire a incastrare la strada nei tratti più ripidi<br />
-esposizione a nord con conseguenti rischi di gelo maggiore in inverno<br />
-posizione sfavorevole perché alcuni tratti si trovano in zona soggetta a valanghe<br />
<br />
I vantaggi della proposta alternativa sono invece:<br />
<br />
- costo minore, niente muraglioni e minor pendenza totale (e non come riporta il faraone sul giornale parlando di pendenze impossibili, che si trovano più nel progetto originale che nella proposta alternativa).<br />
-esposizione a sud, meno rischi di gelo in inverno<br />
-fuori da zone valanghive<br />
-facilità nell'essere eseguita in quanto esiste già! Si tratta di una strada sterrata che andrebbe solamente allargata e asfaltata e messa in sicurezza<br />
<br />
Il tracciato verde rappresenta una delle tante possibili varianti meno costose e meno invasive da poter realizzare, tutte proposte che non vengono vagliate né studiate.<br />
Perchè?<br />
Perchè il faraone di turno risponde con bugie invece di mettere sul piatto la verità e studiare davvero il problema al fine di arrivare a una soluzione giusta che accontenti tutti e rispetti l'ambiente?<br />
<br />
Forse la risposta si trova nel modus operandi del faraone tipico: più l'intervento è scomodo, più soldi vengono smossi. Chissà. A tal proposito sto raccogliendo testimonianze interessanti di passate attività simili, in cui ci si affida a Imprese private che, dopo i "lavori", magicamente decretano fallimento e scompaiono. Ma non voglio sbilanciarmi troppo, ne parlerò prossimamente e con il materiale giusto.<br />
<br />
Ecco quindi il quadro della situazione.<br />
<br />
Questa storia "personale" è diventato un trampolino di lancio per avviare delle mini inchieste su certe strane attività che avvengono nel mio paese. Sto raccogliendo testimonianze e interviste per cercare di capire come si muovono questi faraoni e quali sono i loro tipici comportamenti. Ogni paese ha il suo faraone. Se riusciamo a capire come operano, forse si riusciamo a smascherarli.<br />
E poi magari anche a mandarli a casa!<br />
<br />
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<div class="MsoNormal" style="margin-left: 248.15pt;">
<span style="font-family: Arial;"> <br /><o:p></o:p></span></div>
</div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-60900899033777769512012-04-23T04:21:00.000-07:002012-04-23T09:28:07.762-07:00I faraoni di Erto<div style="text-align: justify;">
<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/">Altri articoli "Oltre il passaggio"</a><br />
<br />
Erto ha subito lo sfregio del potere dei faraoni che decidono sulla pelle degli schiavi. Le cicatrici sono ancora visibili. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una di queste ha la forma della ricostruzione frettolosa che ha arricchito gli appaltatori. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I faraoni sopravvivono ancora a Erto e nuove cicatrici stanno sbregando il suo volto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Erto di recente è divenuto un tassello dell'UNESCO.<br />
Alcune sue aree boschive sono considerate ZONA ROSSA, cioè non si può neppure dare un calcio a una zolla di terra per non incorrere in sanzioni severissime.<br />
I suoi edifici sono tutelati da norme altamente restrittive che impediscono restauri troppo spinti di case abbandonate.<br />
Eppure i Faraoni pare possano indossare gli stivali del gatto con gli stivali e saltare a piè pari le voragini che invece bloccano la gente comune. (Volevo ricavare un finestrone al piano terra di un vecchio rudere e non mi è stato consentito, per fare solo un esempio).<br />
<br />
<br />
Nell'articolo 29 della Legge Regionale 52, che riguarda le norme di pianificazione territoriale, si parla del Piano Regolatore Generale Comunale e delle sue finalità. Eccone alcune:<br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span><br />
<span style="text-align: justify;">Il PRGC e' finalizzato a garantire:</span><br />
<div style="text-align: justify;">
a) la tutela e l' uso razionale delle risorse naturali nonche' la salvaguardia dei beni di interesse culturale, paesistico ed ambientale;</div>
<div style="text-align: justify;">
b) un equilibrato sviluppo degli insediamenti, con particolare riguardo alle attivita' economiche presenti o da sviluppare nell' ambito del territorio comunale;</div>
<div style="text-align: justify;">
c) il soddisfacimento del fabbisogno abitativo e di quello relativo ai servizi ed alle attrezzature collettive di interesse comunale, da conseguire prioritariamente mediante interventi di recupero e completamento degli spazi urbani e del patrimonio edilizio esistente;</div>
<div style="text-align: justify;">
d) l' equilibrio tra la morfologia del territorio e dell' edificato, la capacita' insediativa teorica del piano e la struttura dei servizi.</div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br />
A Erto sono sempre partite attività grosse e fondamentalmente inutili che non rispettano i punti a b c d elencati sopra.<br />
Dalla costruzione di ponti vergognosamente dispendiosi e orrende piste ciclabili di asfalto all'agevolazione del passaggio di tir carichi di ghiaia. Per non parlare dell'osceno scavo selvaggio perpetuato per anni nella pacifica conca dietro al paese di Casso, sfociato in restauri al limite del paradossale (una sala espositiva mai usata con un tetto che fa il verso a una pista di atterraggio per astronavi - visivamente è un incubo: a 10 metri dalle case in pietra si trova un avamposto degno del peggiore star wars) e che ora trova nuovo slancio nella costruzione di muraglioni (buoni per proteggere da tsunami tanto sono alti e spessi) che costeggiano strade asfaltate il cui percorso sembra essere stato tracciato da proboscidi di elefanti che per sbaglio si sono trovate con una matita in mano. Si pensa a creare strade inutili quando ci sono strade trafficate pericolosissime perché minacciate da frane e cadute sassi la cui bonifica non è mai stata ne attuata ne presa in considerazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se un amico di un faraone vuole costruire ai piedi di zone che sono rinomate per la loro purezza ambientale (le quattro coppie di aquile reali che vivono in quei luoghi sono LA prova dell'incontaminata perfezione dell'ecosistema) chiede e il permesso gli viene dato. Se un faraone vuole sbriciolare le scalinate intoccabili di un edificio storico, ha il potere di farlo. </div>
<div style="text-align: justify;">
E tutto questo sta succedendo proprio adesso.<br />
Pare che le decisioni più dispendiose e inutili siano sempre le più accolte nei palazzi dei faraoni. Non si spiegano altrimenti strategie contro ogni rigore ambientale e umano pianificate di recente. Anzi, si spiegano se si abbandona la logica del progresso e del senso civico e del rispetto, per abbracciare quella del denaro<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io mi chiedo: ma chi è che decide di avviare tutte queste attività che nessuno, o la minor parte dei cittadini ertani vuole? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Scopro con sgomento che chi possiede un terreno a Erto, in realtà lo possiede per finta. Se un faraone decide che ci deve far passare una strada, dove e come vuole lui, lo fa. Ti espropria parte di ciò che è tuo e ci fa quello che vuole lui. </div>
<div style="text-align: justify;">
Se proponi soluzioni alternative più economiche che prevedono meno impatto ambientale, meno dispendio di risorse e un risultato altrettanto efficace se non migliore, la soluzione viene bocciata o non considerata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Perchè?</div>
<div style="text-align: justify;">
Forse perché soluzioni dispendiose, fracassone e ciclopiche, oltre a muovere più terra e distruggere più ettari di bosco, muovono anche più quattrini, per la felicità degli occulti marionettisti che si agitano di nascosto dietro regolamenti, norme e piani regolatori.
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="text-align: justify;">Tra un anno si ricorderà il 50° anniversario di una catastrofe voluta dai faraoni moderni, che ha mutilato la libertà, la dignità e felicità di un'intera popolazione.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
Allora i faraoni venivano da fuori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ora invece sono qui.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si vedranno autorità dalla faccia contrita piegare la bocca e le sopracciglia in segno di profonda amarezza per ricordare ciò che è accaduto. Ma 50 anni fa avrebbero fatto le scelte che hanno fatto altri al posto loro e che han portato al disastro. </div>
<div style="text-align: justify;">
I faraoni moderni non adorano più il sole o la terra, ma il denaro.<br />
<br />
<a href="https://www.facebook.com/profile.php?id=1355420351">Contattami</a> o <a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/04/i-faraoni-di-erto.html#comment-form">lascia un commento</a><br />
<br />
<br /></div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-18842484774680366132012-04-19T15:47:00.001-07:002012-04-19T15:50:14.509-07:00Gli uomini hanno intelligenza e gli animali semplice istinto.Lo sento ripetere spesso.<br />
<br />
Poi penso.<br />
<br />
Penso alle gazzelle. Dopo pochi minuti dalla loro nascita sono già in grado di correre come esemplari adulti e fuggire da eventuali predatori in agguato.<br />
O alle api che, disegnando forme invisibili nell'aria, riescono a fornire alle altre api informazioni complicatissime come l'esatta posizione di un punto nello spazio. E senza bisogno di nessun apparecchio GPS.<br />
Penso agli squali che sentono il sapore di una goccia di sangue diluita in migliaia e migliaia di metri cubi di acqua.<br />
<br />
Ripenso, poi invece ricordo.<br />
Ricordo quando ho visto uno scalatore sudare e urlare nel tentativo di superare un passaggio sulla roccia molto difficile (a suo dire). Giorni dopo ho sorpreso un picchio crodaiolo saltellare sullo stesso difficile passaggio. Non volava: stava aggrappato con le zampette alla roccia e con piccoli battiti d'ala si aiutava a salire. Un balzo dopo l'altro. Non sudava ne urlava. Fischiettava ed era sereno.<br />
<br />
Il pensiero si ferma, la domanda sorge spontanea.<br />
<br />
Gli uomini hanno intelligenza e gli animali semplice istinto?<br />
Inizio a nutrire dubbi.<br />
<br />
<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/04/gli-uomini-hanno-intelligenza-e-gli.html#comment-form">Lascia un commento</a>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-23659817527835141162012-04-19T15:32:00.000-07:002012-04-19T15:34:04.013-07:00Non tutti percepiscono la crisi allo stesso modo...<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLlwMc-VBZdaVXILOo77HabEq6gr9pbimseD0juFOE2apY2Og_keyePUhWR-IIBbSyisOl4Cj7prv156y44mKjlPAhtMLqJVmb49MPmTeJtiduF0_gGeL3U3gIgYd11Axjf0qk-cTwu2Gu/s1600/monti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="362" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLlwMc-VBZdaVXILOo77HabEq6gr9pbimseD0juFOE2apY2Og_keyePUhWR-IIBbSyisOl4Cj7prv156y44mKjlPAhtMLqJVmb49MPmTeJtiduF0_gGeL3U3gIgYd11Axjf0qk-cTwu2Gu/s400/monti.jpg" width="400" /></a></div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-19277303529708293002012-04-18T04:29:00.000-07:002012-04-18T05:10:18.676-07:00Diario di bordo: spedizione Caldogno con mio padre e lo scudiero Icio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Ore 15, partenza.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Padre chiama dalla tana.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
"5 minuti", rispondo</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
"si ma che siano 5", ulula</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Io e Icio siamo in auto e da 5 minuti aspettiamo il vecchio.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
"Pensa, prima ti dicevo di sbrigarti e invece sono io in ritardo" farfuglia il vecchio salendo a bordo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
no comment! ;)</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLLEmda6eq0H8MZIxseE0SCMrxJhIGaY_PN0BGEz1n8PAte7jpVTY6ux1AllTR94fUaDezhaHi2_rMAatWpdGOFYFzq_lSEVm3GR_MYK-rVdeundoSr-Zk7nJsGsrCc9A8ObIOvTSR6-Uc/s1600/Immagine+003.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLLEmda6eq0H8MZIxseE0SCMrxJhIGaY_PN0BGEz1n8PAte7jpVTY6ux1AllTR94fUaDezhaHi2_rMAatWpdGOFYFzq_lSEVm3GR_MYK-rVdeundoSr-Zk7nJsGsrCc9A8ObIOvTSR6-Uc/s1600/Immagine+003.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"></a><br />
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLLEmda6eq0H8MZIxseE0SCMrxJhIGaY_PN0BGEz1n8PAte7jpVTY6ux1AllTR94fUaDezhaHi2_rMAatWpdGOFYFzq_lSEVm3GR_MYK-rVdeundoSr-Zk7nJsGsrCc9A8ObIOvTSR6-Uc/s1600/Immagine+003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: right;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLLEmda6eq0H8MZIxseE0SCMrxJhIGaY_PN0BGEz1n8PAte7jpVTY6ux1AllTR94fUaDezhaHi2_rMAatWpdGOFYFzq_lSEVm3GR_MYK-rVdeundoSr-Zk7nJsGsrCc9A8ObIOvTSR6-Uc/s320/Immagine+003.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
---</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Prima tappa: bar chissà dove, pub-contrafforte di un distributore di benzina. La tipa dietro al banco offre 50-100 euro a Icio per avere il suo cappello.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Icio rifiuta.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Regalo di un pastore disperso, dice.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmPzSgPhHQx_BT8ss6L_PsavrfG9Eo7MXgy5rL357DsA8Vqd-VVohW_TqWP8QAGXFAoXMJEXZBip1Lkmt5i39shl-00txsct35jfzj59bTB31SFNMy4WbFbdbtdmY-4E9_qBc-XECEeIw1/s1600/Immagine+001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmPzSgPhHQx_BT8ss6L_PsavrfG9Eo7MXgy5rL357DsA8Vqd-VVohW_TqWP8QAGXFAoXMJEXZBip1Lkmt5i39shl-00txsct35jfzj59bTB31SFNMy4WbFbdbtdmY-4E9_qBc-XECEeIw1/s320/Immagine+001.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
---</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Self service: Icio e il vecchio si selfservono all'obbiettivo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Grazie :)</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPknXT-6wFuIVFKHaJO-GVpNn34YMXod2Ck-sM56GmFuFhopL5E6MGEt4dIHuYJTJaFczo9PJ7MWOiYKSpxKcfVT2j89HqM1VgIEDnwLGGX1uVKJjSrNjuT2IcbFFK6N_nPlOZZu68u0WB/s1600/Immagine+002.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPknXT-6wFuIVFKHaJO-GVpNn34YMXod2Ck-sM56GmFuFhopL5E6MGEt4dIHuYJTJaFczo9PJ7MWOiYKSpxKcfVT2j89HqM1VgIEDnwLGGX1uVKJjSrNjuT2IcbFFK6N_nPlOZZu68u0WB/s320/Immagine+002.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
---</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Partenza 2.0!</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Dall'abitacolo riusciamo a scattare un riassunto dell'interno del nostro bolide.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Note da segnalare: </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
1-Un signore ritto in piedi su un'alta murata che costeggia la super strada. Cappellino e braccia conserte. Nulla di strano se non fosse che lo si trova sempre lì, a qualsiasi ora del giorno e della notte. E sempre nella stessa posizione. Lui sta in piedi e guarda il traffico. Mi rammarico di non essere riuscito a fotografarlo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
2- Lo sguardo di Icio pensieroso. Non ci ha ancora detto che non ha la più pallida idea di dove si trova. Non ha acceso il navigatore e ha clamorosamente sbagliato strada. Ma questo noi ancora non lo sappiamo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg02_5ByMfaIkVlZyyruq8gS563gOQkqFhBLZEro1rCLz-Ia9gbZh8alEKJ9-21H9K9LuITsGIMCl35Ha9s7ox1x9Netc3pa4XEpZSCXv52cNLSo8osVYulwn-LsPtBHQJmc1_ip2Cuz6NM/s1600/Immagine+004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg02_5ByMfaIkVlZyyruq8gS563gOQkqFhBLZEro1rCLz-Ia9gbZh8alEKJ9-21H9K9LuITsGIMCl35Ha9s7ox1x9Netc3pa4XEpZSCXv52cNLSo8osVYulwn-LsPtBHQJmc1_ip2Cuz6NM/s320/Immagine+004.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
---</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Dopo un ora di ritardo, Icio è costretto a svelare il problema. Non ammette del tutto il suo errore. Dice a mio padre che è stato per colpa del camion davanti a noi che ha rallentato di molto il viaggio. </div>
<div style="text-align: center;">
"Nessun camion ci ha mai preceduto durante l'andata". Replica il vecchio.</div>
<div style="text-align: center;">
"Ma si, è che leggevi il giornale" risponde subito Icio.</div>
<div style="text-align: center;">
L'alibi regge.</div>
<div style="text-align: center;">
Io sto zitto.</div>
<div style="text-align: center;">
Non ho visto nessun camion davanti a noi.</div>
<div style="text-align: center;">
Mai.</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha_wttTbRyCqchsPRq6XA3hVuIJPzpPzF9jWWBkDW97rduS613HKz53JlTV-LTFC36Vot1vrECZhyPoieUA4CEukZoYO4MKq7YlG-YdzGL112XIMSU5zQZtDvGbfvt93TM_JBAMQLT3hPs/s1600/Immagine+005.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha_wttTbRyCqchsPRq6XA3hVuIJPzpPzF9jWWBkDW97rduS613HKz53JlTV-LTFC36Vot1vrECZhyPoieUA4CEukZoYO4MKq7YlG-YdzGL112XIMSU5zQZtDvGbfvt93TM_JBAMQLT3hPs/s320/Immagine+005.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
---</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br />
Arriviamo finalmente a Caldogno. Dimitri ci accoglie all'entrata della villa Palladiana...</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7FWzKPf0I2rn7Szdo0q4fRvKD1vbd_1NtynqrisE6zqQuGU_rT1Vo9e8ercQ3Hq4Llvk0cTqxxinvznjKDgJucla5lTtSkYWClc9BhYjCInxZMV_ebCLA45dVc0dufyOqJGTHhfzqz-h9/s1600/Immagine+006.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7FWzKPf0I2rn7Szdo0q4fRvKD1vbd_1NtynqrisE6zqQuGU_rT1Vo9e8ercQ3Hq4Llvk0cTqxxinvznjKDgJucla5lTtSkYWClc9BhYjCInxZMV_ebCLA45dVc0dufyOqJGTHhfzqz-h9/s320/Immagine+006.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
---<br />
<br />
...mentre Massimo Stecchi allestisce il set per la mini intervista che verrà trasmessa su <a href="https://www.facebook.com/ViaVaiTvOnLine?ref=ts">Via Vai TV</a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKytY0ZYbcwO6GQz0UDabYRolD2wfYNkQZXOrbvghBZPH3z7-4doF3GO28suvapXk09V9Nj-O5T5NmLNCb0kDuoMnioKKzFfKA0Js1i6IhiufSRYJBNVspz1ZnB6okq2cDGBGvyEGXeodQ/s1600/Immagine+007.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKytY0ZYbcwO6GQz0UDabYRolD2wfYNkQZXOrbvghBZPH3z7-4doF3GO28suvapXk09V9Nj-O5T5NmLNCb0kDuoMnioKKzFfKA0Js1i6IhiufSRYJBNVspz1ZnB6okq2cDGBGvyEGXeodQ/s320/Immagine+007.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
---<br />
<br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCIUnzTzVo-9U_oHrGOYWGL2bxv2nFGqeu6iyD8Mipg9G4iqx0E02SybBe7V8oKRu_jmrodm8_It7oQEdnpUanpYeZGkZ4zEff2HNOqHT2qXJB58bX3bNhmvzAdpkMnV369HmKWpjc7oVC/s1600/Immagine+008.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCIUnzTzVo-9U_oHrGOYWGL2bxv2nFGqeu6iyD8Mipg9G4iqx0E02SybBe7V8oKRu_jmrodm8_It7oQEdnpUanpYeZGkZ4zEff2HNOqHT2qXJB58bX3bNhmvzAdpkMnV369HmKWpjc7oVC/s320/Immagine+008.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcxbz5tExXZrTKnkkTxvqpbT1g7bnJkIEHJek1gkC9RhSIzNjX-5ljbHbUUXaGhCuj8Fov5LwK77g59cCFqyJCM4SYngT6l9aYzGgcAhd3EC5M9CamGGo-_y5p9yuAh335V-LbZeRGU9_j/s1600/Immagine+010.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcxbz5tExXZrTKnkkTxvqpbT1g7bnJkIEHJek1gkC9RhSIzNjX-5ljbHbUUXaGhCuj8Fov5LwK77g59cCFqyJCM4SYngT6l9aYzGgcAhd3EC5M9CamGGo-_y5p9yuAh335V-LbZeRGU9_j/s320/Immagine+010.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4RtXE6vyYrxmKkk3TLmAjWSU5pBTl0kLq8ZI-n799h9m-R7Eca67ArunuFs0qf4cx_KVnNAoK3rciF2rQL77cAVm_Xdh3aH5SWlzQo41DKaS-fMQVKnEgGtkqjGWySigmD5e5Ism2H_g9/s1600/Immagine+011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4RtXE6vyYrxmKkk3TLmAjWSU5pBTl0kLq8ZI-n799h9m-R7Eca67ArunuFs0qf4cx_KVnNAoK3rciF2rQL77cAVm_Xdh3aH5SWlzQo41DKaS-fMQVKnEgGtkqjGWySigmD5e5Ism2H_g9/s320/Immagine+011.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Palladio lascia sempre sgomenti.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
---</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Lasciamo la Villa per una veloce cena prima di iniziare</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNbA2MzQOiZHwWu5YRVC45HkviQSCJ-qoCiGuZSlk9ywwTia1Z8HXgQjStdYhk2V8VplqM0aY-MWOwSNGdA5SwRgKfYAnvXdre0JMGgfntwDqLONo5VV_PfAX6z0MOBiUhq5zQjlJC_Ons/s1600/Immagine+009.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNbA2MzQOiZHwWu5YRVC45HkviQSCJ-qoCiGuZSlk9ywwTia1Z8HXgQjStdYhk2V8VplqM0aY-MWOwSNGdA5SwRgKfYAnvXdre0JMGgfntwDqLONo5VV_PfAX6z0MOBiUhq5zQjlJC_Ons/s320/Immagine+009.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
---<br />
<br />
<br />
Prima di ogni incontro sono sempre molto agitato. Parlare alla gente è stata una delle cose più difficili che ho affrontato in vita mia. Le persone sono un concentrato di emozione che si articola in sguardi, gesti. Vorrei sempre dare il meglio per onorare chi con tanto affetto e curiosità viene ad ascoltarci. Il cuore, a un'ora dall'inizio, batte già all'impazzata. L'appetito è a zero. mangio un poco di polenta con tartufo e una forchettata di bigoli con le noci. Non mi sta dentro altro. Padre pare tranquillo. Ma lo conosco troppo bene: anche lui, come me, sente questa responsabilità verso coloro che lo seguono, solo che riesce a controllarsi di più. Lo percepisco e basta.<br />
Anche Icio dev'essere agitato perchè si vedono le sue dita nell'inquadratura della foto.</div>
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BUM! Gli attimi che precedono l'entrata sono carichi di magia elettrica. Sono lampi fulminei in un tempo fermo. Sono correre su un tapis roulant: corri ma sei fermo. </div>
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Pazzesco.</div>
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Qualcosa ti teletrasporta in centro e basta.</div>
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L'emozione è unica, come si può descrivere? Ci penso da 5 minuti ma non riesco. Quindi scrivo quello che sto scrivendo, e cioè qualcosa che non rende l'idea di ciò che mi passa dentro in certi momenti. Stare in mezzo alla gente, assieme a loro, è la cosa più bella di queste avventure. In assoluto. rifletto che mi piacerebbe trovare una formula senza palco, in cerchio, tutti assieme, per fare una grande chiacchierata.</div>
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Sarebbe bello.</div>
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La serata scorre veloce, le scalette di Alessandro e Roberto, i nostri "Moderatori", sono saltate, si improvvisa, si va a braccio. ottimo sintomo: genuinità. Quello che i Faraoni dei nostri tempi odiano di più, perché è un valore che non si può commercializzare. Questo non lo potranno mai comprare ne vendere.<br />
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Un brindisi post serata, fra amici e chi s'è voluto unire per altre foto.<br />
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L'avventura termina.<br />
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Dedico lo scatto finale a Icio. Mi guarda e sembra dire: al ritorno non sbaglierò strada.</div>
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Ma io e il vecchio lo ringraziamo.</div>
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E' uno "scudiero" incrollabile, e senza di lui sarebbe tutto più complicato.</div>
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<br /></div>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-28975970968444623922012-04-17T04:17:00.000-07:002012-04-17T04:19:41.864-07:00Sulla maglietta di stasera.I nuovi faraoni dividono gli uomini come taglierini fanno a pezzi la carta.<br />
<br />
I faraoni del nostro tempo sono i banchieri e i padroni delle multinazionali. Privati cittadini arricchiti che, proprio per questo, hanno il potere di utilizzare mezzi di "controllo di massa". Dai sistemi bancari a quelli dell'informazione.<br />
Per come è strutturato ora il sistema bancario ci rende schiavi, perciò ci costringe a pensare poco e lavorare molto. Giustamente. La famiglia e i figli sono qualcosa di sacro e che va onorato investendo tutte le nostre risorse o gran parte di esse. Una lotta nobile che però ci sta portando a lavorare non più per i figli e la famiglia o le persone vicine, ma per le banche. Con enormi sacrifici.<br />
Ci stanno dividendo come si faceva con gli eserciti antichi, una strategia mirata per far perdere l'avversario. Se non siamo uniti, non siamo pericolosi.<br />
<br />
Ma i faraoni hanno trascurato qualcosa.<br />
<br />
Le nuove tecnologie sono la colla che ci sta facendo riunire in una unica forza.<br />
<br />
Come ha detto Travaglio, se nelle riunioni private del partito nazista per dare inizio e corpo all'olocausto ci fosse stato qualcuno che le documentava con un telefonino e subito dopo le avesse messi in circolo su facebook o twitter, forse (anzi sicuramente), si sarebbe potuto fare qualcosa di più per evitarlo o quantomeno per arginarlo. O per dare il tempo alle persone di fuggire, o capire cosa stava accadendo.<br />
L'informazione incolla dove il sistema strappa.<br />
Ecco perché ho fede nelle nuove tecnologie.<br />
Perché nulla si può tacere e anche i segreti peggiori in qualche modo trapelano attraverso dubbi, domande e intuizioni di tutti noi e che tutti possono leggere.<br />
<br />
Facebook compra Instagram (software per fotografie), una società formata da 13 impiegati, per un miliardo di dollari.<br />
Facebook non compra una società per il suo fatturato annuo, ma per la quantità di persone che utilizzano gli strumenti fotografici che produce Instagram: 30 milioni di utenti.<br />
L'unione fa ancora la forza.<br />
Per questo stasera vestirò una maglietta con scritto "uno di Facebook". Non su Facebook, ma uno di. Per dire che sono fra quelli che credono che che gli uomini possano di nuovo decidere per se stessi. E inziamo ad essere in tanti. Io mi sono arruolato.<br />
Un popolo unito può scardinare ogni costrizione.<br />
<br />
<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/04/sulla-maglietta-che-vestiro-stasera.html#comment-form">Lascia un commento</a><br />
<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-63903612757479163922012-04-15T06:03:00.000-07:002012-04-19T01:32:45.206-07:00A chi muore per lo sport.Provate a mettere in disordine un angolo della vostra stanza e in ordine l'angolo opposto.<br />
<div style="text-align: justify;">
Ora guardate l'insieme della stanza. Se poteste tracciare i movimenti dei vostri occhi, li vedreste toccare velocemente le zone disordinate per poi fuggire letteralmente da esse fermandosi sulle zone in ordine. L'occhio spende molta energia per gestire tutti gli elementi delle zone disordinate, mentre le aree con meno cose da guardare lo fanno riposare. Ecco perché le preferisce. E non solo gli occhi anelano a evitare fatiche, ma ogni cellula del nostro organismo si comporta così. E' scritto nel DNA, si chiama ARMONIA. Quando due o più elementi di qualsiasi natura sono in sintonia, si crea un flusso che scorre fra loro; la nostra mente ne beneficia, come bevesse da un fiume di acqua fresca.</div>
<br />
Questo, che pare essere un principio di bellezza e gioia, nasconde in sé un segreto pericoloso. Un pericolo per la nostra vita.<br />
<br />
L'armonia PERFETTA è, per l'essere umano, un sogno inarrivabile. Qualcosa cui può solamente correre incontro senza mai afferrarla. In questo desiderio di trovare la pace, si nasconde un seme contro la vita: il desiderio di raggiungere l'armonia perfetta, quella che ci paralizzerà per sempre, rendendoci una pace non più terrena: la morte.<br />
<br />
Apro il giornale e leggo del giovane Morosini stroncato da un colpo al cuore durante una partita.<br />
Ripenso al compianto Simoncelli.<br />
La mia memoria continua il suo viaggio e sfiora lo slittino del gerogiano Nodar che lo sbalza fuori pista, la spedizione sull'Himalaya che s'è presa la vita dell'alpinista Walter Nones, Jeremy Lusk e l'ultimo salto con la sua moto da cross, a Hubert Leitjeb sepolto da una valanga, a Federico Chiarugi che inseguendo il sogno della ginnastica artistica ha lottato per anni su una sedia a rotelle...<br />
<br />
Poi i ricordi si fermano e iniziano delle riflessioni.<br />
Tutti gli sport comportano rischi, alcuni più di altri, ma non c'è pratica sportiva che ne sia sprovvista.<br />
Ogni volta che un motociclista affronta una staccata limite o un salto acrobatico sulle rampe, uno sciatore carica una curva per schizzare a tutta velocità in discesa libera, un ginnasta sfida la gravita in evoluzioni al limite delle possibilità, uno scalatore senza corda afferra un appiglio, anche in presenza di allenamenti estenuanti che riducono l'errore umano, ogni volta potrebbe essere l'ultima azione. Se c'è anche una minima probabilità che le cose vadano male, potrebbero andare male un giorno.<br />
Poi penso a tutti coloro che praticano sport e ai miei amici che li praticano. Penso ai loro infortuni e anche ai miei.<br />
E mi chiedo.<br />
<br />
Fosse anche un osso o un tendine rotto, una botta, un ematoma o una ferita e non incidenti più gravi, qual'è la spinta che annulla la paura di tutti questi rischi?<br />
Di cosa è affamata una mente che decide di mettere in conto anche l'esito più cruento pur di seguire questa spinta interiore?<br />
<br />
Ripenso al mio sguardo che, stanco di guardare la tastiera e lo schermo, si ferma sul muro bianco, liscio e, nella sua essenza, perfetto, senza impurità che distraggono lo sguardo.<br />
Forse, chi fa sport è come l'occhio che cerca riposo. Chi insegue l'agonismo (professionisti e dilettanti) in fondo cerca l'armonia con il mondo attraverso la fatica, l'azione e tutta l'intelligenza che va messa in atto per sopportare gli sforzi ed eseguire i gesti migliori. Chi lo fa cerca di spingersi oltre, di superare i propri limiti, di innalzarsi sopra il punto di partenza.<br />
<br />
Di allontanarsi dall'essere umano che era. Per trovare la perfezione, e, in un certo senso l'ARMONIA PERFETTA.<br />
<br />
L'armonia.<br />
<br />
Un pensiero a tutti coloro che muoiono per lo sport.<br />
<br />
<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/04/chi-muore-per-lo-sport.html#comment-form">Lascia un commento</a>Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-7286539668272842962012-04-14T02:47:00.002-07:002012-04-14T02:47:26.048-07:00Spread, definizione tecnica e umana<b>Definizione tecnica (da wikipedia)</b>: <span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 19px;">Il termine spread può essere inteso anche come credit spread che denota il differenziale tra il tasso di rendimento di un'obbligazione e quello di un altro titolo preso a riferimento; in questo secondo caso, ad esempio, se un BTP con una certa scadenza ha un rendimento del 7% e il corrispettivo Bund Tedesco con la stessa scadenza ha un rendimento del 3%, allora lo spread sarà di 7 - 3 = 4 punti percentuali ovvero di 400 punti base.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 19px;">Il rendimento atteso o richiesto (e alla fine offerto) può infatti salire o scendere in funzione del grado di fiducia degli investitori/creditori, a sua volta misurabile attraverso eventuali squilibri tra domanda e offerta di titoli: se l'offerta è superiore alla domanda, il rendimento atteso aumenta per tentare di riequilibrare la domanda e viceversa.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 19px;">Come conseguenza, lo spread diventa dunque indirettamente, allo stesso tempo e in maniera del tutto equivalente:</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 19px;"><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>una misura del rischio finanziario associato all'investimento nei titoli cioè nel recupero del credito da parte del creditore, essendo rischio e rendimento strettamente legati da relazione di proporzionalità: quanto maggiore è lo spread, tanto maggiore è il rischio connesso all'acquisto di titoli;</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 19px;"><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>una misura dell'affidabilità (rating) dell'emittente/debitore (ad esempio lo Stato) di restituire il credito: maggiore è lo spread minore è tale affidabilità;</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 19px;"><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>una misura della fiducia degli investitori nell'acquisto dei titoli di Stato: maggiore è lo spread minore è tale fiducia;.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 19px;"><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>una misura della capacità dell'emittente di promuovere a buon fine le proprie attività finanziarie (nel caso dello Stato, di rifinanziare il proprio debito pubblico) tramite emissione di nuovi titoli obbligazionari: maggiore è lo spread, minore è questa capacità in virtù dei tassi di interesse più elevati dovuti fino a un limite massimo di sostenibilità. Nel caso dei titoli di stato, spread elevatissimi possono condurre nel medio-lungo termine alla dichiarazione di insolvenza o fallimento o bancarotta dello Stato oppure a misure drastiche di riduzione della spesa pubblica e/o aumento della tassazione sui contribuenti per evitare il fallimento con i consueti effetti di diminuzione del reddito (dunque della domanda) e degli investimenti e quindi, in ultimo, ripercussioni anche sulla crescita economica.</span></span><br />
<div>
<br /></div>
<b><br /></b><br />
<b><br /></b><br />
<b>Definizione umana</b>: Spread in inglese significa "diffondere". Più è alto e più si diffondono fra le persone sfiducia, paura, scoraggiamento, difficoltà di saldare debiti, disoccupazione e timori per i propri risparmi. Infelicità e frustrazione.<br />
<br />
<br />
Mi sembra chiaro che l'economia e la dimensione umana viaggiano su due binari separati.Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-26168115729467784982012-04-13T07:30:00.001-07:002012-04-13T07:30:58.960-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUy5J3H94yJjwrebTPDFnNazoU_vc01u1ypfzjxW3q3mmchItniCWpGkiympYDY8qsOXjxfOfXHIAacPEo23rYhi2pYzbnOaFoWAxGnMpGVOkoKY3dXxT8edeWKXnzANVyREV1-HbzwVvt/s1600/292589_3732049903894_1355420351_3392715_1641532619_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUy5J3H94yJjwrebTPDFnNazoU_vc01u1ypfzjxW3q3mmchItniCWpGkiympYDY8qsOXjxfOfXHIAacPEo23rYhi2pYzbnOaFoWAxGnMpGVOkoKY3dXxT8edeWKXnzANVyREV1-HbzwVvt/s320/292589_3732049903894_1355420351_3392715_1641532619_n.jpg" width="264" /></a></div>
<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2487882959706951591.post-5644049263846892872012-04-13T06:08:00.001-07:002012-04-13T06:17:37.406-07:00Guerriglia senza armi alla portata di tuttiE' tutto un divenire anche per me e non ho la verità in pugno.
<br />
<br />
Lottare contro questo sistema di faraoni che ci stanno rendendo schiavi costringendoci a correre dietro al denaro è un dovere di tutti. Ho grande stima di coloro che, parlando al bar o tramite canali televisivi e internettiani, denunciano lo stile di vita moderno richiamando ritorni al passato.<br />
Un pò come illustrava una vignetta apparsa sul Corriere della Sera alcuni giorni fa. La descrivo:<br />
<br />
Il Trota sbandierava:<br />
"Mi dimetto: faccio un passo indietro".<br />
Un sostenitore del partito leghista a fianco replicava: " E' già un passo avanti".<br />
<br />
Fare dei passi indietro per fare dei passi avanti.<br />
Spesso si sente parlare di recuperare uno stile di vita naturale, abbracciare l'agricoltura e l'allevamento di animali allo scopo di abbandonare le abitudini delle metropoli, fatte di lavori in ufficio e acquisti ai centri commerciali. Di accontentarsi, di rinunciare alle comodità in eccesso e imparare a campare di poco, pochissimo.<br />
Ma quanto sono realistiche queste possibilità, e quanto lunghi li vuole fare la gente questi passi indietro ?<br />
Mi chiedo: è possibile?<br />
Lo scapolo senza responsabilità, e molto coraggioso, disposto anche a chiedere cibo alle mense pubbliche o dormire in strada in caso di fallimento totale, può permettersi qualsiasi rischio.<br />
Ma chi ha figli, parenti malati o non autosufficienti, mutui, studi da ultimare, passioni da seguire, come può anche solo immaginare di abbandonare tutto in favore di un ritorno alla natura? O, nella maggior parte dei casi, anche solo immaginare di auto produrre il proprio cibo? Magari si rinuncia alla palestra, ai divertimenti, si tira la cinghia, ma non si può rinunciare a mandare i figli a scuola, ad assisterli, a fornir loro cure in caso di necessità e ciò che essi richiedono per esser felici. Per non parlare di chi invece conta su di noi per vivere: malati, ricoverati, gente a cui vogliamo bene e il cui benessere dipende anche dal nostro lavoro, dal nostro guadagno.<br />
Vedo in queste teorie un ideale incredibilmente bello e affascinante grande tanto quanto la loro impossibilità di essere realizzate. Spesso la gente si affeziona a un modo di pensare o meglio, al portatore di questo pensiero, perché rappresenta una voce fuori dal coro, l'eccezione alla regola, l'esempio da seguire SE fosse possibile.<br />
Sarebbe bello invece trovare una formula che possa funzionare per tutti, una lista di azioni semplici e dal grande valore sociale, che possano allo tesso tempo far risparmiare soldi, guadagnare salute e ristabilire di nuovo un qualcosa di importantissimo che si è perso: la coscienza di sentirsi uniti. Il popolo ha dimenticato che, assieme, può frantumare qualsiasi imposizione o far valere ciò che più desidera.<br />
Ogni rivoluzione parte da un grande fuoco che coinvolge tutte le masse. Piccoli focolai si spengono perché non hanno l'ardore di accendere i continenti. sarebbe bello ma siamo fatti di carbonio e non di benzina. Ameno di un cataclisma dalle proporzioni gigantesche non rada al suolo tutte le istituzioni o un miracolo non le faccia rivoluzionare d'improvviso con un'ondata magica che incredibilmente e d'improvviso non faccia giustizia in tutti gli ambiti dall'istruzione al lavoro alla sanità, le cose rimarranno le stesse.<br />
Non si può più combattere una guerra, le forze in campo sono impari.<br />
E quindi?<br />
Quindi si può lottare, ma non con una guerra ma con una pacifica <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Guerriglia">guerriglia</a>.<br />
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Quali possono essere le azioni semplici di questa guerriglia (tanto semplici da sembrare stupide), alla portata di tutti e capaci di far tremare le gambe ai faraoni del nostro secolo se tutti sul pianeta le mettessero in atto?<br />
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Ne ho individuate due:<br />
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Non comprare più l'acqua in bottiglia, ce l'abbiamo in casa. Non è necessario comprare una cosa che ci arriva già dal rubinetto. Nessuno è mai morto perché beveva l'acqua dal rubinetto, ma pare che stiano morendo molti per uso intensivo di telefonino.<br />
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Non comprare più carne proveniente dai supermercati e abbandonare per sempre luoghi come il mcdonald's e simili. Mangiate meno carne e se proprio prendete solo quella che proviene da vostri amici che allevano animali per "passione". Chi dice che la carne è fondamentale per la salute mente. Ci sono più vantaggi che svantaggi nell'assimilarla. Mangiare meno e selezionarla molto di più sarà tutto un guadagno.<br />
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Sembrano stupide lo so, ma le possiamo fare tutti.<br />
Tornerò più tardi sul perché di queste due scelte e non altre.<br />
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E' tutto un divenire anche per me e non ho la verità in pugno.<br />
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<a href="http://oltreilpassaggio.blogspot.it/2012/04/e-tutto-un-divenire-anche-per-me-e-non.html#comment-form">Lascia un commento</a> o di che ti piace<br />
<br />Matteo Coronahttp://www.blogger.com/profile/00850203678570085339noreply@blogger.com4