venerdì 25 maggio 2012

La morte corre lungo le strade di Erto



La passione brucia a velocità stellare.
Non intendo passioni riversate verso persone desiderate, amate, ma l'urgenza irrefrenabile che spinge a rischiare più del dovuto. Per raggiungere sogni o intraprendere attività, vitali quanto l’aria che respiri.
Passioni così possono anche bruciare la vita. 
A coloro che cadono inseguendo sogni va totale rispetto, ammirazione e deferenza.
Ma se questo fuoco mettesse a rischio la vita di chi non condivide lo stesso ardore?
Fatalità?
Certo.
Quella sempre.
Ma.

Venerdì scorso. Percorro con la mia Panda il tratto che da Erto porta a Casso. Sole e cielo tutto azzurro. Infilo il curvone prima del distributore in costruzione. Incorcio cugino: si allena correndo a piedi. “Clacsono” per salutarlo. Alza la mano e sorride. Poco avanti, ragazze in bicicletta. Tutti bordo strada.
Supero il bivio che porta a Casso.
Il cervello non fa in tempo a reagire. Il cuore si ferma un secondo.
Schizza un disco nero davanti agli occhi.
Si inclina. Traballa.
Mi sfiora.
Poi esplode tuono di bomba.
I palpiti riprendono. Respiro.
Sterzo. Rido in silenzio. Se fosse andata male, avrei sterzato da morto.

Quel disco nero era uno dei tanti motociclisti che cavalcano le nostre strade come circuiti di gara.
Iniziata una traiettoria da competizione, la mia presenza lo ha costretto a correggerla come poteva, vacillando pericolosamente per evitare l’impatto. Schizzava a velocità folle su una pallottola due ruote. Di svariati quintali.
Abbiamo rischiato grosso entrambi.
Il mio pensiero corre al cugino. Alle ragazze in bici. A bordo strada.
Telefono al cugino. Tutto bene.

Ieri, episodio simile. Questa volta i motociclisti erano due. Si superavano a vicenda. La statale che divide Erto trasformata nel circuito di Monza. Poco più avanti, a un braccio dai bolidi, madre spingeva il suo bimbo in carrozzina.

Qualsiasi residente di Longarone, Erto, Casso, Cimolais, Claut e di tutti i paesi prima e dopo la Valcellina possono raccontarvene a decine di faccende così. Pare che questo nostro tratto stradale sia una specie di "circuito naturale". I centauri del nordest lo considerano una vera bellezza per la loro voglia di velocità e staccate limite.

La verità è che ogni venerdì, sabato e domenica di bel tempo, dall'inizio dei primi soli primaverili all'arrivo della stagione fredda, percorrere la SS251 è pericoloso. Pericoloso davvero. E la gente ha paura.

Ogni anno muoiono in media due motociclisti nel tratto Erto-Barcis. Quest'anno è già accaduto. Pochi mesi fa. Corrono, curvano, la ghiaia tradisce l’aderenza, escono di strada, impattano contro qualcosa e perdono la vita. Altri incidenti simili a decine, che per fortuna risultano in feriti non gravi.

I centauri da gara li riconosci. Non indossano jeans, giubbotto di pelle e casco che ti permette di guardarli in faccia. Le loro moto non hanno passo da gita. Sono avvolti in tute da prestazione, protetti da caschi a visiera oscurata. Perdono l’umanità per fondersi con la loro bestia motorizzata, diventando una perfetta macchina di velocità.
Vengono apposta per spingersi al limite.

Ho grande rispetto per la vita, per chi lascia questo mondo e per la sofferenza insopportabile della mancanza.
Però, non riesco a smettere di pensare:
"E, se nel mezzo di quella curva fatale, proprio nel punto in cui il centauro rovinava contro il guard rail, stava mio cugino, le ragazze in bici o la madre col passeggino?"

Me lo chiedo e non so rispondermi.

Bisogna attendersi la classica prassi all'italiana (aspettare che muoia un ignaro passante bordo strada) perché chi di dovere prenda provvedimenti?


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2 commenti:

  1. ma non si può fare nulla per evitarlo?

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    1. Gigia le autorità non ci sono. Il problema esiste da una decina di anni. Da quando è esploso il boom delle motociclette. Il nostro faraone ha detto che sarebbe da togliere i guard rail! Per dirti il livello di proposte. mah. Carabinieri fanno raramente la spola. I centauri veloci, se vogliono, schizzano via senza che nessuno faccia a tempo di prendere la targa. Dovrebbero appostarsi degli agenti in borghese. Non so. Cmq si difendono dicendo che non c'è personale a sufficienza. Ed è vero. La nostra guardia comunale mai messo una multa in carriera sua. Cmq ragazzi, se nei giorni sensibili venite da ste parti, all'occhio!!!

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