martedì 24 aprile 2012

Erto 2012. Una tipica ingiustizia da faraoni

Ammetto la mia ignoranza. Ho iniziato a interessarmi alle stranezze edilizie dei faraoni ertani perchè una di queste ha toccato da vicino la mia storia personale. Ma questo spunto iniziale ha fatto scattare una molla più ampia: la voglia di smascherare i faraoni che operano nei nostri paesi.
In sostanza: qual'è il modo di operare dei faraoni? Col tempo e facendomi le domande giuste, mi auguro dipoterlo almeno scoprire. Non pretendo cambiare le cose, ma almeno saperle.

Uno dei prossimi obbrobri edilizi ertani andrà a sfregiare l'area su cui poggia la vecchia casa dei miei nonni (antichissima) e altre case vicine (altrettanto antiche) con una strada asfaltata che, invece di seguire un percorso logico e discreto, sbrega a metà l'intero versante del colle.

Partiamo con una foto che rende subito l'idea.


La strada rossa è quella prevista dal comune, mentre la verde è l'alternativa che abbiamo proposto assieme ad altri residenti interessati a una variante meno invasiva.

Ora veniamo alla lettera che mia sorella ha mandato al comune, per chi fosse interessato. Per chi non è interessato la può saltare.
In sostanza la lettera chiede che vengano valutati anche percorsi alternativi più economici, più rispettosi dell'ambiente e che tengano conto di chi la strada non la vuole perché in quanto deturpa una borgata storica, caratteristica e di grande bellezza naturalistica. Vorrei precisare che noi "dissidenti" non ci opponiamo alla strada in sè. Troviamo che sia un servizio giusto da non negare a nessuno e totalmente in linea con le necessità attuali. Contestiamo solo DOVE viene fatta questa strada, non LA strada.
Ecco la lettera:
Oggetto: Realizzazione strada di accesso località Forcai in Co­mune di Erto e Casso (PN). Istanze/interrogazioni ai sensi dell’art. 60 Statuto comunale di Erto e Casso.
            Essendo a conoscenza che la Sua Amministrazione ha in progetto la realizzazione di una strada di accesso alla località Forcai, con la pre­sente si espongono alcune osservazioni e valutazioni in merito, con l’obbiettivo di tutelare il pubblico interesse, onde evitare il deturpamento di una zona ancora integra con un’opera di utilità quantomeno di­scutibile.
Dopo l’anno internazionale delle foreste, e dopo il tanto rinomato rico­noscimento dell’Unesco, di cui anche il Comune di Erto e Casso si può vantare, si evidenzia come il progetto di cui sopra, di notevole impatto ambientale, andrà a compromettere, praticamente distruggendola, una delle zone rurali e paesaggistiche più caratteristiche del Comune, peraltro confinante con il territorio protetto del Parco Natu­rale Regionale delle Dolomiti Friulane.
 Le peculiarità di un’area protetta si fermano solo burocraticamente al confine della stessa, essendo indubbia la loro estensione anche al territorio limitrofo, come nel caso della località Forcai, caratterizzata da elementi paesaggistici di indiscussa rilevanza naturalistica e paesaggistica.
Si rileva altresì come verrà anche cancellata buona anche parte dei sentieri CAI, presenti non a caso in tale zona, che sono oggi meta di numerosi escursionisti amanti del­la montagna.
Tecnicamente, a titolo esemplificativo, si consideri che è previsto che la prima parte del tracciato venga realizzata in forte pendenza (come evidenziato dalle se­zioni del progetto) con il rischio di smottamenti futuri ed in una zona di vincolo per pericolo valanghe. Per risolvere tale grave problema, il progetto prevede la realizzazio­ne di un invadente muro di sostegno che andrebbe a modificare ed intaccare gravemente il paesaggio.
***
Si chiede pertanto a Codesta Spettabile Amministrazione Comunale, ai sensi dell’art. 60 dello Statuto, al solo fine di salvaguardare e tutelare gli interessi collettivi:
1.      Premettendo che sicuramente le poche persone residenti nella zona interessata hanno necessità di una strada, se sia stata debitamente valutata l’utilità dell’opera
2.      Ammettendo per assurdo che l’opera in discussione sia stata considerata di primaria utilità e d’interesse comune, si chiede se siano state prese in considerazione delle ipotesi di percorsi alternativi, di più facile e conveniente realizzazione, come per esempio quella che potrebbe essere la continuazione della strada che porta al Ristorante Cervo Bianco della quale usufruirebbero i fabbricati dei residenti e gli stavoli della Loc. Forcai; soluzione, questa, che porterebbe a co­struire una strada molto più corta, con meno pendenza, con minore impatto ambientale e in zona soleggiata, evitando così la problemati­ca di una strada perennemente ghiacciata nel periodo invernale, in quanto la zona interessata rimane all’ombra per la maggior parte dell’anno e pertanto coperta da uno strato di ghiaccio non indifferente, creando disagi alla percorribilità. Al contrario, la parte proposta ad ovest è perennemente soleggia­ta.
3.      Se sia stata debitamente valutata la convenienza, non solo economica, di un’espropriazione di terreni di proprietà di soggetti contrari alla realizzazione della strada, contattandoli e sentendo i loro pareri (anche in considerazione del fatto che le proprietà di coloro che vorrebbero la strada non verrebbero per la gran parte toccate).
4.      Se sia già stato considerato ed escluso il possibile recupero della carrozzabile già esistente in loco.
5.      Se sia stato considerato il grave rischio di una costruzione in zona soggetta a valanga e se la costruzione del muro di sostegno, a soluzione del problema, sia stata valutata anche sotto il profilo ambientale.
6.      Se sia stata valutata l’eventuale incidenza di tale opera stradale sulla stabilità delle abitazioni della zona per garantire che non ne venga compromessa la solidità.  
***
            Si allega documentazione di fotoriproduzione della zona, restando in attesa di un cortese cenno di riscontro entro i termini di legge.
            Distinti saluti.
          



Interessante notare che la lettera non ha ricevuto alcuna  risposta ufficiale. Pochi giorni dopo però appare questo articolo sul Gazzettino di Pordenone:



Alla fine dell'articolo si legge la risposta del faraone.
La verità è che non è vero che la cifra per realizzare la proposta alternativa è tre volte tanto l'originale, semplicemente perché NON è stata effettuata nessuna perizia alternativa! Ho appena sentito l'Ufficio Tecnico che mi conferma l'assenza di progetti e valutazioni ufficiali riguardanti la proposta alternativa. Anzi, la telefonata evidenzia gli svantaggi del progetto originale (tracciato rosso):

-costo maggiore a causa di enormi muraglioni che verrebbero eretti per riuscire a incastrare la strada nei tratti più ripidi
-esposizione a nord con conseguenti rischi di gelo maggiore in inverno
-posizione sfavorevole perché alcuni tratti si trovano in zona soggetta a valanghe

I vantaggi della proposta alternativa sono invece:

- costo minore, niente muraglioni e minor pendenza totale (e non come riporta il faraone sul giornale parlando di pendenze impossibili, che si trovano più nel progetto originale che nella proposta alternativa).
-esposizione a sud, meno rischi di gelo in inverno
-fuori da zone valanghive
-facilità nell'essere eseguita in quanto esiste già! Si tratta di una strada sterrata che andrebbe solamente allargata e asfaltata e messa in sicurezza

Il tracciato verde rappresenta una delle tante possibili varianti meno costose e meno invasive da poter realizzare, tutte proposte che non vengono vagliate né studiate.
Perchè?
Perchè il faraone di turno risponde con bugie invece di mettere sul piatto la verità e studiare davvero il problema al fine di arrivare a una soluzione giusta che accontenti tutti e rispetti l'ambiente?

Forse la risposta si trova nel modus operandi del faraone tipico: più l'intervento è scomodo, più soldi vengono smossi. Chissà. A tal proposito sto raccogliendo testimonianze interessanti di passate attività simili, in cui ci si affida a Imprese private che, dopo i "lavori", magicamente decretano fallimento e scompaiono. Ma non voglio sbilanciarmi troppo, ne parlerò prossimamente e con il materiale giusto.

Ecco quindi il quadro della situazione.

Questa storia "personale" è diventato un trampolino di lancio per avviare delle mini inchieste su certe strane attività che avvengono nel mio paese. Sto raccogliendo testimonianze e interviste per cercare di capire come si muovono questi faraoni e quali sono i loro tipici comportamenti. Ogni paese ha il suo faraone. Se riusciamo a capire come operano, forse si riusciamo a smascherarli.
E poi magari anche a mandarli a casa!

Contattami o lascia un commento
                                                   

2 commenti:

  1. Non so perché in genere l'amore per la propria terra sia merce così rara. Forse perché la memoria della miseria è ancora vivida, e quindi disprezziamo tutto quello che ce la ricorda? Oppure si tratta solo di soldi e arricchimento? Boh. Noi tra Padova e Venezia stiamo messi così:

    www.infocat.it


    Ciao!
    Silvia

    RispondiElimina
  2. Bella domanda Silvia. Pare che il denaro sia diventato il simbolo della libertà. Ma c'è una moneta più preziosa su cui investire: il benessere. Fare tanti soldi significa lavorare, lavorare e lavorare e spesso approfittare degli altri e degli spazi che appartengono a tutti. Deturpandoli di nuovo cemento magari. Lo stile di vita imposto dai faraoni ha fatto si che i contadini, i montanari abbandonino le loro terre per inseguire il sogno del lavoro in città, e di quello stile di vita che ci hanno detto essere migliore. Forse questa crisi ci permetterà di riscoprire il benessere fuori del denaro. Speriamo!

    RispondiElimina

Inserisci commento